Chi crede nei miracoli ne riconoscerà uno nella conversione di Luca Casarini, ex no global, che ora vive nel nome del Papa e della fede cattolica. Com’è avvenuto il cambiamento? Lo racconta lo stesso Casarini al Corriere della Sera.
“Sul comodino tengo il Laudato Sì di Bergoglio. Credo che attualmente il Papa sia l’unico leader in grado immaginare un mondo alternativo e che quell’enciclica sia in realtà un testo politico“. Con queste parole Luca Casarini, intervistato da Il Corriere della Sera, ha parlato della sua conversione alla fede cattolica, motivando la svolta con il fascino esercitato su di lui da Papa Francesco. L’attivista no global apprezza la visione ecologista del Pontefice e ne ha fatto una guida spirituale.
L’uomo, indagato per immigrazione clandestina come attivista della Mare Jonio, sembra aver dato una “rotta” precisa alla sua spiritualità, dopo l’incontro con Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo. “Sono con voi” aveva scritto Lorefice, dedicando nell’aprile scorso un libro di Papa Francesco all’equipaggio della nave “Mare Jonio” del progetto Mediterranea, un gesto che Repubblica documentò con uno scatto della dedica.
Il 52enne prosegue l’intervista, confermando la sua nuova motivazione: “L’umanità non è soltanto un valore morale, è qualcosa che muove dai nostri sentimenti per poi portarci a fare delle scelte concrete. Dobbiamo difendere il Creato“.
Non solo: lo scorso 9 agosto, Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, ha benedetto il suo impegno e quello di tutte le Ong impegnate nel salvataggio di naufraghi e migranti. Perché lui ha deciso di impegnarsi in prima persona? “Non ce la facevo più a vedere i bambini annegare, perché ogni volta era come se a morire fossero i miei figli“. Quello che gli è scattato dentro è un forte senso di compassione che lui paragona a quello di Cristo: “Ecco, Gesù era mosso da qualcosa che nasceva da dentro, che non poteva arginare…“. E cosa ne pensa del sequestro della Mare Jonio? “La nostra colpa è stata quella di aver soccorso ventidue bimbi, tredici adolescenti, ventisei donne, quattro delle quali incinta, e 37 uomini. Tutti con segni delle torture subite in Libia“.
Alessandra Curcio
Fonte: Il Corriere della Sera, Repubblica