Legge elettorale: dopo la fiducia al Governo Conte bis, si procede verso una revisione del metodo di voto. Si ritorna al proporzionale, anche se alcuni Democratici non sono contenti.
Lunedì 9 settembre è stata varata la fiducia per il secondo governo Conte. Con 343 favorevoli, 263 contrari e 3 astenuti, partirà il nuovo progetto Pentastellato-PD, tra le molte perplessità – per usare un eufemismo – della Lega e di Fratelli d’Italia.
Uno degli elementi più importanti del documento programmatico in 29 punti è il cambio della legge elettorale assieme al taglio dei parlamentari.
La tanto citata nuova legge elettorale dovrebbe avere già la strada tracciata. Via quindi all’attuale Rosatellum – sistema misto proporzionale con correzione maggioritaria – e cambio con il ritorno al proporzionale, secondo il quale ogni partito si presenta alle elezioni da solo – senza alleanze – e ha diritto al numero di parlamentari pari al numero di voti.
“L’orientamento per il proporzionale non lo abbiamo messo nero su bianco nel documento di programma, ma sta nel patto” ha detto a Repubblica il capigruppo dem Graziano Delrio. Parallelamente si procederà attraverso le riunioni dei capogruppo per dare la data utile al taglio definitivo dei parlamentari che saranno 345 in meno, 230 deputati e 115 senatori tagliati. Il premier Conte ha detto che la riforma “dovrà essere affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, anche favorendo l’accesso democratico alle formazioni minori e assicurando, nello stesso tempo, il pluralismo politico e il pluralismo territoriale”. E per quanto riguarda la soglie di sbarramento si sta discutendo il 4%, in modo che ci possa essere una pluralità di voci anche per realtà più piccole.
Nicola Fratoianni ha commentato: “Serve una nuova legge elettorale “proporzionale” perché quella legge una volta per tutte possa avere la forza non di porsi come strumento per combattere qualcuno ma come strumento per ricostruire un’idea della democrazia, nella quale non solo dignità della rappresentanza ma anche dignità del confronto e il recupero di una cultura della mediazione siano elementi che aiutino a mettere fine ad una stagione in cui l’insulto, l’urlo e la prevaricazione sono diventati l’unica cifra possibile del dibattito pubblico”.
Si tratta quindi di un passaggio non facile per Romano Prodi e Arturo Parisi, “affezionati” al maggioritario: un boccone amaro da digerire che però deve essere mandato giù. E contro il proporzionale si schiera anche Matteo Salvini, annota il Giornale. Il segretario della Lega, in Senato per la fiducia al Conte-bis, si è espresso in questi termini: “ll giorno della fiducia vi trovate a parlare della legge elettorale. Dopo tra M5S e PD ci sarà una riunione sul tema, vogliono tornare al proporzionale. Se andate avanti su questo tema raccoglieremo le firme, per noi chi prende un voto in più governa” .
Fonte: Repubblica, il Giornale
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