Il pm Valentina Salvi fa ricorso e chiede nuovamente l’arresto del Sindaco di Bibbiano Andrea Carletti e dei suoi presunti complici, accusati di abuso d’ufficio e gravi illeciti nell’affidamento d’incarichi per la difesa di minori.
Il caso Bibbiano è ancora sotto i riflettori. Il sostituto procuratore Valentina Salvi, titolare delle indagini sugli affidi illeciti che sarebbero avvenuti in Val d’Enza, ha nuovamente fatto ricorso e chiesto l’arresto del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Come anticipa La Gazzetta di Reggio già lo scorso 20 Giugno il pm aveva richiesto l’arresto del Primo Cittadino . Medesimo provvedimento era stato richiesto per altri cinque indagati, tra cui la dirigente del servizio sociale Federica Anghinolfi e l’ avvocato Marco Scarpati. L’accusa, per tutti loro, era di abuso d’ufficio. In particolare Scarpati, secondo la Procura, avrebbe ottenuto un ingiusto vantaggio dagli incarichi che l’Unione dei Comuni della Va d’Enza ed i Servizi Sociali gli avrebbero affidato continuativamente, scrive Repubblica, in particolare quelli fino al 2015 per quasi 15mila euro. Dopo l’entrata in vigore di un decreto legislativo del 2016 modulato sulle linee guida dell’Anac – l’Autorità nazionale anticorruzione – gli sarebbero stati liquidati circa 50mila euro.In particolare, riferisce Rainews l’illiceità, secondo la Procura, risiederebbe nel fatto che: “Simulando l’effettuazione di una formale procedura a evidenza pubblica per l’affidamento dell’incarico di consulente giuridico a favore del servizio sociale, la procedura di affidamento dell’incarico – proprio perché, di fatto, conferito ad personam sarebbe stata – intrisa di macroscopiche e gravissime irregolarità volte a favorire Scarpati“.
Nel contesto di questa vicenda viene puntato il dito sulla Anghinolfi perché firmataria delle nomine fiduciarie a vantaggio del legale, sul funzionario amministrativo Barbara Canei, per aver predisposto le determinazioni di spesa, sul Sindaco e su Nadia Campani, responsabile amministrativa, perché entrambi, secondo la Procura, “in costante raccordo con Anghinolfi e pienamente consapevoli della totale illiceità del sistema, gli indagati disponevano la sistematica attribuzione di tutta la materia legale relativa ai minori affidati al Servizio sociale a un singolo soggetto“.
La richiesta della dottoressa Salvi lo scorso giugno era stata respinta, in quanto il Giudice per le indagini preliminari aveva valutato non sufficienti le motivazioni addotte. Ora lo stesso PM ha ribadito la necessità di una misura restrittiva cautelare e ha deciso di fare ricorso contro la decisione del GIP Luca Ramponi di respingere la richiesta di arresti domiciliari. Sulla decisione se accettare o respingere il ricorso della Procura dovrà pronunciarsi ora il Tribunale del Riesame di Bologna. La decisione è attesa per lunedì 16 Settembre. Carletti e la Aghinolfi sono attualmente ai domiciliari a seguito di altri provvedimenti maturati nell’ambito della stessa inchiesta. L’istanza del PM ha quindi un significato investigativo più che processuale in senso stretto. Se il Riesame dovesse infatti accogliere il ricorso l’accusa ne uscirebbe rafforzata. In caso di rigetto dell’istanza l’impianto accusatorio potrebbe risultarne indebolito. Come indebolito appare, di fatto, lo sdegno del Movimento Cinque Stelle per l’inchiesta “Angeli e Demoni”. E forse non è un caso.
Fonte: La Gazzetta di Reggio, Repubblica Bologna, Rainews