Mimmo Lucano, il sindaco conosciuto in tutta Italia per il modello d’accoglienza dei migranti realizzato a Riace potrà tornare a casa, ma le indagini che lo vedono coinvolto non si fermano.
Novità nel caso Mimmo Lucano, come riportato dall’Agi. Il Tribunale di Locri ha revocato il divieto di dimora nel comune di residenza a cui era sottoposto l’ex sindaco di Riace. Il provvedimento a suo carico era scattato in seguito all’operazione “Xenia” che aveva portato l’ex primo cittadino agli arresti domiciliari, quasi un anno fa. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Locri disponeva per lui e per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, il divieto di dimora a Riace.
Domenico Lucano è indagato per la gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico.
In particolare, dalle intercettazioni effettuate sui telefoni del sindaco, sono emerse irregolarità che riguardano l’organizzazione di “matrimoni di convenienza” tra cittadini del posto e donne straniere a cui era stato negato il permesso di soggiorno. Non solo: la Guardia di Finanza aveva anche raccolto elementi sull’assegnazione diretta del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti senza regolare gara d’appalto. L’ex sindaco avrebbe favorito due cooperative sociali, la “Ecoriace” e L’Aquilone”, sprovviste dei requisiti di legge richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico, in quanto non iscritte nell’apposito albo regionale previsto dalla normativa di settore.
Nei giorni scorsi molti esponenti politici avevano lanciato un appello al Presidente della Repubblica per consentire a Lucano di rientrare a Riace per assistere il padre 93enne in gravi condizioni di salute. Ora l’ex primo cittadino potrà farlo: “Il mio primo pensiero è riabbracciare mio padre” ha detto Lucano, all’Agi.
“Due giorni fa – ha aggiunto – mio papà è ritornato da Catanzaro e ha chiesto di me. E’ il mio pensiero, il mio primo pensiero, è di andare da lui, perché ha resistito, ha resistito. E’ ritornato dall’ospedale Catanzaro ed è bello che possa ritornare anche io a Riace. “Da una parte prevale la gioia dentro di avere ritrovato la libertà, dall’altra però c’è un’amarezza perché ho dovuto subire questo peso prima del processo. Io voglio affrontare il processo da persona libera, senza questo peso nell’anima. Io ho cercato sempre e solo di fare il sindaco con l’obiettivo di riscattare il mio paese e la Calabria, dando speranza a tantissime persone, che si sono fermate a Riace per me, e questo mi dà grande orgoglio“. Ai microfoni di Repubblica un suo commento ironico sul cambio della guardia al Governo, e sopratutto al Viminate: “Io sono tornato a casa, anche Salvini“.
Alessandra Curcio
Fonte: Agi, Repubblica
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