Pensioni Quota 100: cosa cambia con la nascita di un governo Pd-M5S

Sul tavolo del nuovo esecutivo, il governo Conte bis, ci sono tanti temi caldi da affrontare, primo fra tutti quello delle pensioni e, in particolare, della quota 100. Si prospetta una notevole rivoluzione.

Pensioni quota 100 e governo Pd-M5S

Nascerà davvero questo nuovo governo Conte, formato da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico? Stando a quanto spera Beppe Grillo, pare proprio che l’alleanza s’ha da fare. Ci sarà molto di cui discutere, si parlerà di pensioni e quota 100. A fare il punto sul delicato argomento ci ha pensato Il Sole 24 Ore. Dove eravamo rimasti? La Lega aveva introdotto in via sperimentale l’anticipo pensionistico fino al 2021. In base a questo criterio chiunque abbia almeno 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi versati, può ritirarsi anticipatamente dal mondo del lavoro. Cosa ne sarà del provvedimento dopo il 2021? A decidere se rinnovare l’anticipo pensionistico o addirittura se cancellarlo con un anno di anticipo dovrà essere il futuro esecutivo, formato da M5s e Pd con Conte alla guida.

Nei tavoli tecnici tra le due fazioni politiche pare si stiano valutando due ipotesi:

1. Rendere vincolante l’aggancio automatico delle uscite anticipate all’aspettativa di vita, modificando l’età della pensione in base a questo secondo parametro, con l’unica eccezione dei lavori usuranti e gravosi;

2. Alzare la soglia della quota da 62 a 64 anni di età.

Ma siccome tra i due litiganti il terzo gode, si fa strada un’ulteriore, rivoluzionaria ipotesi: chiudere la sperimentazione della quota 100 nel 2021, al termine dei tre anni già previsti o stoppare il tutto anche prima, già nel 2020, lasciando la possibilità di uscite anticipate almeno nei casi di crisi aziendali. Perché fermare la quota 100? Per recuperare preziose risorse per la manovra ed evitare, almeno parzialmente, l’aumento dell’Iva, un provvedimento molto impopolare che mette a rischio la crescita dei consumi. Intervenendo sull’anticipo pensionistico si potrebbero risparmiare gli 8,6 miliardi stanziati per il 2021. Una parte di questi sarebbe quindi destinata all’eventuale prolungamento e rafforzamento dell’Ape sociale. Rimarrebbe da parte un tesoretto di circa 7 miliardi, ai quali vanno aggiunti i 3 derivanti dai risparmi previsti per un tasso di adesione più basso di quanto stimato. se si dovesse poi decidere di procedere alla manutenzione della quota 100 (ipotesi vagliata nelle ultime ore), i miliardi risparmiati sarebbero 12 in due anni. Una bella e utile cifra.

Alessandra Curcio

Fonte: Il Sole 24 Ore

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