Stando a dei sondaggi riservati in possesso di Vittorio Sgarbi, la Lega sarebbe al 40%, mentre i 5 Stelle al di sotto del 10%. La crisi di governo sarebbe una dimostrazione del trionfo di Matteo Salvini e dell’inconsistenza del Movimento 5 stelle.
Il Movimento 5 Stelle governerebbe anche con l’Isis. Lo ha detto Vittorio Sgarbi – come riportato anche da Adnkronos – che si è scagliato duramente contro i pentastellati e l’accordo, o inciucio, o accordicchio, che il Movimento sta tessendo in queste ore per raggiungere un’intesa con il PD. Un modo per risolvere la crisi e bloccarne le conseguenze – come l’aumento dell’Iva – o forse per evitare il voto e tagliare i rischi di un probabile fallimento elettorale. Come? Evitandolo. Vincere la guerra rifiutando di scendere in campo e di combattere. E’ solo un’ipotesi, chiaramente. Probabilmente ai piani alti l’accordo sembra essere davvero l’unico modo per uscire dall’instabilità che l’Italia si trova a vivere in queste ore. Certo si fa fatica a crederci. Così come si fa fatica, e anche tanta, a guardare al domani con un governo giallorosso al potere. Specie dopo un governo d’alleanza opposta.
Se guardiamo al PD, infatti, passato e presente non concordano. Matteo Renzi ha parlato dei pentastellati come i peggiori che potessero esserci al governo, criticandone l’accordo con la Lega ed ogni mossa politica, dalla prima all’ultima avviata una volta a Palazzo Chigi. Non è stato da meno Nicola Zingaretti che su Luigi Di Maio non ha mai speso buone parole. E a dire no, in modo categorico e netto, c’è stata anche Maria Elena Boschi. L’ex Ministro ha smentito ogni volta le voci che parlavano di un possibile accordo con gli stellati: “Mai, mai con il M5s“. E invece il mai sembra essere il nuovo ora e il tempo assente si fa tempo presente, qui ed ora, dove i pensieri si stravolgono e la minestra riscaldata del Governo di Legislatura fa acqua da tutte le parti. Se guardiamo al M5s le cose non vanno meglio: Luigi Di Maio era apparso non molto tempo fa in diretta Facebook, in giacca e cravatta, a dire no ad un accordo con “il partito di Bibbiano“. Ma a quanto pare il no significa si se questo vuol dire rimanere dove si è, oppure – in un’altra ottica – “guardare agli interessi degli italiani”.
Forse sono questi alcuni dei motivi per i quali, chi guarda all’accordo cercando di vederci qualcosa di buono, ne rimane scettico e perplesso. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi – ospite a L’aria che Tira, su La 7, non ha usato mezzi termini. “Zingaretti e Di Maio sono figure marginali, non protagoniste. Il primo è il finto segretario di un partito dominato da Renzi e Di Maio gestisce un finto partito, un partito che non esiste. I 5Stelle non hanno credito”, ha affermato Sgarbi. Per il critico, l’attuale crisi rappresenterebbe il trionfo di Matteo Salvini.
Stando a dei sondaggi riservati che il critico d’arte afferma di conoscere, il Movimento avrebbe perso ancora di più consensi dopo le prime voci – poi diventate realtà – che parlavano di un accordo con il PD. Al 40% la Lega, al di sotto del 10% i 5 Stelle. Né il PD, né il M5s sono insomma credibili, e la gestione della crisi è finita, per entrambi, in una dimostrazione di incoerenza. Ma la partita è tutta da giocare, e l’ipotesi di un voto non si esclude: potrebbe essere questa la strada più giusta per rispettare le volontà degli italiani ed evitare di dare adito ad accordi o governi decisi a tavolino?
Fonte: Adnkronos, L’aria che tira