Il vertice avvenuto tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti non ha portato ad un’intesa sul nome del futuro Presidente del Consiglio. Nell’incontro, il capo politico del M5S ha chiesto una riconferma a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte. Ma per il segretario dem non sarebbe una buona soluzione.
Nicola Zingaretti ha il tempo contato, nello specifico 24 ore, per rispondere in maniera affermativa o negativa sull’ipotesi di Giuseppe Conte come Premier. Luigi Di Maio, infatti, sembra poter dettare le condizioni per un nuovo accordo con il PD che potrebbe far nascere un esecutivo giallo-rosso. Il Segretario dei dem ha quindi 24 ore di tempo sia per valutare l’ipotesi di un “Conte-bis“, sia per approvare o meno i dieci punti presentati da Di Maio giovedì al Quirinale, informa l’Ansa. In particolare, il taglio dei parlamentari entro settembre. Le trattative tra i due partiti non sembrano per ora aver trovato un accordo su chi sarà alla guida di Palazzo Chigi. Il faccia a faccia tra il leader M5s e Nicola Zingaretti è stato organizzato per cena a casa del sottosegretario M5s Vincenzo Spadafora. Occasione in cui è stato ribadito che l’unico spazio per trattare è quello della riconferma di Giuseppe Conte. Alternativa che, anche tra i non renziani appartenenti al Partito democratico, starebbe trovando consensi.
Chi non appare convinto dell’accordo è Nicola Zingaretti che, dopo aver proposto il voto, ha ingoiato la pillola e fatto retromarcia sulle sue linee per risolvere la crisi. Controvoglia, ha dovuto dare via libera alla trattativa con i 5Stelle per la formazione di un nuovo esecutivo e si è trovato a casa di Spadafora, per trovarsi di fronte un Di Maio apparso piuttosto confuso. “Questa è la cena in cui può nascere un governo. Oppure, se dovesse andare male, ne nascerà un altro…”, avrebbe riferito il pentastellato prima dell’incontro. E le cose paiono confuse tanto più dopo che Matteo Salvini ha proposto il nome di Luigi Di Maio a Sergio Mattarella per palazzo Chigi, provando a rilanciare un esecutivo giallo-verde. Un ipotesi che appare, dice Grillo, una presa in giro e una via per arrivare al voto.
Insomma, Di Maio sembra essere una carta poco sicura e i 5Stelle non hanno alternative da proporre a Palazzo Chigi, dopo aver bocciato nomi come Enrico Giovannini, Massimo Bray e Franco Bernabé, considerabili invece dai democratici. Nella cena, informa Il Sole 24 ore, Zingaretti ha ribadito il no a concedere il bis all’avvocato del popolo. “Ho proposto un governo di svolta e dunque, non per una questione personale, va marcata una necessaria discontinuità“, ha spiegato il dem. “Anche noi abbiamo i nostri elettori e questi non possono accettare che il loro partito sostituisca in corsa i ministri di Salvini, sostenendo per di più un premier che è stato complice di quattordici mesi di scelte scellerate, ultima il sì al mostruoso decreto sicurezza“, ha concluso.
Sulla linea di Zingaretti sul no ad un Conte bis, ci sono anche Graziano Delrio e Dario Franceschini, che parlano della possibilità di lasciare la poltrona a Palazzo Chigi invariata come di un qualcosa di inaccettabile. Più disponibile Renzi: “Io vinco la partita anche se rinasce un esecutivo giallo-verde, l’importante è che non si vada a votare subito”, ha riferito. Ad incrinare i rapporti tra il PD e il M5s , e mettere in discussione le trattative in corso, rimane comunque la questione della riforma sul taglio dei parlamentari. Condizione su cui Di Maio non ha intenzione di discutere, mentre per il PD c’è necessità che la proposta sia integrata da garanzie costituzionali e una modifica del sistema parlamentare in senso più generale.
Siamo disponibili a votare la legge per il taglio del numero dei parlamentari, ma riteniamo che vada accompagnata da garanzie costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. @AndreaOrlandosp @AndreaMarcucci @graziano_delrio https://t.co/4ZgiRKjFHr
— Partito Democratico 🇮🇹 🇪🇺 (@pdnetwork) August 23, 2019
Fonte: Ansa, Il Sole 24 Ore, Partito Democratico Twitter