La direzione nazionale del PD ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno e dunque la linea e la relazione del segretario Nicola Zingaretti per quanto riguarda la crisi di governo.
Il segretario Nicola Zingaretti ha proposto alla direzione nazionale del PD una linea da seguire per quanto riguarda la crisi di governo dopo le dimissioni di ieri del premier Giuseppe Conte. Una relazione che è stata approvata per acclamazione all’unanimità e che prevede l’appoggio ad un governo che abbia una base larga e il rifiuto di “accordicchi”. Un’idea che sarà ribadita al Quirinale al capo dello Stato, Sergio Mattarella, per le consultazioni.
Zingaretti ha detto no ad “un governo di transizione che porti al voto. Sarebbe rischioso per i Democratici e anche per il Paese – ha avvertito il segretario dem – Ora tocca a noi muoverci e indicare una strada. Dentro il percorso di consultazione dobbiamo dare la disponibilità se c’è la possibilità di una nuova maggioranza parlamentare in grado di dare risposte serie ai problemi del Paese”.
Niente accordicchi dunque: “Deve essere il migliore governo possibile. In caso contrario – ha proseguito – nessun accordicchio temporaggiatore, la strada maestra sarà il voto. Per costruire una strada della speranza”.
Da non escludere però l’ipotesi delle urne, come ribadito dall’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e riportato da Rai News: “Certo che il voto resta in campo. I tempi sono stretti. O un governo di alte personalità per il Paese oppure al voto non c’è alternativa”.
Sky Tg24 riporta le dichiarazioni dell’ex ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, che ha ammesso di accettare praticamente tutto pur di evitare che si vada a votare e rischiare così di ritrovarsi Matteo Salvini presidente del Consiglio: “Io continuo a pensare che il Movimento 5 Stelle sia composto da persone incompetenti e incapaci che ci hanno portato dove siamo oggi”.
Il M5s, tuttavia, rappresenterebbe ad oggi il male minore in quanto “io tra il trovarmi con Salvini Premier per i prossimi cinque anni – ha concluso la Boschi – che può decidere il prossimo Presidente della Repubblica, che può decidere i vertici delle forze armate, che potrebbe avere addirittura i numeri per cambiare da solo la Costituzione preferisco cercare una soluzione diversa che consegnare il Paese alla destra”. Parlando con Repubblica Maria Elena Boschi ha detto qualcosa di più: “Dico che si va alla scadenza naturale. Sicuramente all’elezione del presidente della Repubblica – 2022, ndr – ma secondo me fino al marzo 2023” e ha concluso: “Se nascerà il governo, voterò la fiducia, anche se con fatica“.
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Fonte: Rai News, Repubblica, Sky Tg24, Paolo Grimaldi – Lega Lombarda FB