Vittorio Feltri ha analizzato lo scenario apertosi con il crollo della maggioranza. La probabilità del voto, sostiene, è lontana.
Tornare indietro sarebbe una mossa suicida. Matteo Salvini ha fatto crollare il Governo, dopo la caduta della maggioranza, e ora non si può più porre rimedio. E del resto neanche il Vicepremier avrebbe intenzione di farlo. In attesa del 20 agosto – giorno in cui si deciderà sulla sfiducia al Premier Conte – ognuno prova a dire la sua. Anche il direttore di Libero Vittorio Feltri ha fatto una panoramica sulla situazione, con una lettera sul suo giornale indirizzata al Ministro dell’Interno.
Feltri non avrebbe ben capito le motivazioni che hanno spinto Salvini a rompere gli equilibri con il M5s, dopo mesi di litigi sempre risolti, pur con fatica. Nonostante gli indugi, Salvini avrebbe tratto vantaggio dall’alleanza con i pentastellati, moderando di volta in volta tra le posizioni spesso opposte. Il trionfo alle Europee lo dimostra, sostiene Feltri.
Nel Parlamento nazionale – fa notare il giornalista – la Lega ha il 17 per cento dei voti, mentre i grillini conservano il 33. Questi ultimi, caduta la maggioranza, mantengono rappresentanza alla Camera e in Senato più cospicua dei leghisti. Per questo, cercano in aula un partito che permetta loro di sostenere un governo di colore diverso. Occasione offerta non a caso dal PD.
“Quando Matteo ha mollato, e non si comprende perché – scrive Feltri – Di Maio, immediatamente i seguaci di Renzi e Zingaretti si sono messi a disposizione. Ciò che sorprende non è l’ atteggiamento ondeggiante del Pd, bensì la superficialità di Salvini che si è illuso si potesse giungere alle consultazioni”. Finché a Montecitorio e a Palazzo Madama vi è una maggioranza alternativa a quella in disfacimento, le urne restino chiuse e per Feltri è un dato di fatto su cui non si può sorvolare. “Occorre aggiungere che quello di Salvini è stato un tentativo di suicidio. Egli va incontro alla crisi e non si accorge di fare il gioco degli avversari, che non aspettano altro per costituire un esecutivo tutto loro, consentito dalla matematica e dalla Costituzione”.
Altrettanto scettico si è detto Feltri sul tentativo di Matteo Salvini di porre rimedio al disastro approvando il taglio dei parlamentari: “Errore clamoroso. La modifica di una legge costituzionale prevede un iter lunghissimo, comprendente un referendum. Tutto ciò richiede minimo un anno, pertanto Salvini le elezioni se le sogna. Se si vota la sfiducia cade il Governo, allora egli entrerebbe in rotta di collisione con la sua scelta di segare i parlamentari; se non la vota va contro la propria mozione. Siamo alla confusione totale, alla schizofrenia”, ha concluso Feltri.
Fonte: Libero quotidiano