Il taglio dei parlamentari sarebbe possibile solo nel caso in cui la sfiducia al Premier Giuseppe Conte venga revocata. Ma Salvini al riguardo è categorico.
Il taglio dei parlamentari, riforma voluta fortemente dal M5s, è possibile solo nel caso in cui la sfiducia al Premier Giuseppe Conte venga revocata, o non votata. Questo, come riporta l’Ansa, è stato quanto riferito dal capogruppo pentastellato Stefano Patuanelli ieri in Senato quando si decideva sui tempi di voto della sfiducia. Data fissata al 20 agosto, con il PD, il M5S, LeU ed Autonomie unite che, di fatto, hanno formato una nuova maggioranza. “Salvini ha tolto qualsiasi valenza politica al dibattito in corso: la proposta di votare immediatamente la prossima settimana la quarta lettura della riforma per tagliare i parlamentari”, ha riferito Patuanelli che ha insistito per il ritiro della mozione a firma Salvini.
Ma il leader della Lega, al riguardo, non ha alcun dubbio. Sulle colonne del Corriere della Sera, ha rilanciato le accuse al mittente: “Non siamo al mercato del pesce. I 5 stelle hanno cancellato tutti i no degli ultimi mesi. Di Maio cinque giorni fa diceva che dopo il taglio delle Camere si poteva andare a elezioni. Ma se è dopo, significa che prima voti quello, e poi si apre la crisi”. Secondo il capo del Viminale, infatti, il Capo dello Stato potrebbe rinviare alla prossima legislatura l’entrata in vigore una riforma costituzionale, come accaduto in passato.
Ciò che ora ha in mente Salvini è un Governo che metta come Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, un nome che invece non appare nella lista dei possibili Premier che potrebbero essere designati dal Presidente Sergio Matteralla alla guida del nuovo esecutivo. A portare alla rottura, invocata svariate volte, con gli alleati di governo, ci sarebbero stati diversi fattori. “Il voto sulla Tav, il voto europeo per la presidente di Merkel e Macron, il ministro dell’Ambiente che non vuole gli inceneritori...”, dice Salvini che sulle tempistiche – un caos apertosi in estate, quando quasi nessuno è al lavoro – si dice in una posizione simile a moltissimi operai ed imprenditori. “Loro stanno lavorando anche in agosto e non capiscono perché non possano farlo i parlamentari, prosegue.
Circa il possibile accordo PD–M5s: “Un inciucio. Mi sono venuti i brividi ad immaginare una manovra Renzi, Boschi, Fico e Toninelli. Però, voglio vederli insieme a votare la commissione d’inchiesta sulle banche. Oppure quella sulle case famiglia tipo Bibbiano. Con il nostro governo non è in discussione quota 100 e non si toglieranno gli 80 euro”, dice Salvini che poi insiste sulla necessità di verificare e rivedere il Reddito di Cittadinanza. Infatti, moltissimi imprenditori non riuscirebbero – a causa della misura economica voluta da Di Maio – ad assumere i lavoratori. “Fanno fatica i ristoranti, fanno fatica in agricoltura, fanno fatica in moltissimi… Per carità, noi il reddito di cittadinanza lo abbiamo votato e speriamo che crei lavoro. Ma se lo toglie, bisognerà studiarlo”, prosegue Salvini.
Circa l’accordo ipotetico con Forza Italia – una lista sovranista con a capo Salvini – il leader della Lega spiega: “Noi dialoghiamo con tutti quelli che la pensano come noi. Ma ora la nostra priorità è sventare l’inciucio che vuole fare il PD per prendere tempo per andare al voto”. Ad ogni modo, un equilibrio a Palazzo Chigi non esisteva più ed era impossibile portare avanti un’alleanza: “Abbiamo cominciato a litigare su tutto… Io voglio fare una manovra importante e coraggiosa. Sfido Renzi piuttosto che Di Maio a dire altrettanto”, conclude.
Fonte: Corriere, Ansa
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