Matteo Renzi spacca il PD. Il Partito è diviso tra chi, come l’ex Premier sostiene un governo istituzionale e chi, come il segretario Nicola Zingaretti, chiede di andare al voto.
Un governo istituzionale che permetta di assolvere gli impegni necessari per il bene del Paese e gestire le elezioni senza strumentalizzazioni. Così, al Corriere della Sera, l’ex Premier Matteo Renzi ha rigettato l’ipotesi di un voto immediato – un’idea folle, sostiene – per risolvere la crisi di Governo avviata da Matteo Salvini. Al contrario, il dem è convinto della necessità di confrontarsi in Senato circa le possibili direzioni da prendere, rigettando qualsiasi tipo di accordo sotto banco.
Parole che vanno in direzione contraria a quanto chiesto da Salvini. Il leghista ha invocato pieni poteri nelle sue mani, chiedendo subito il voto agli italiani. “Salvini ha paura, non sta bene. Vuole fissare le elezioni al posto del capo dello Stato. Vuole convocare il Parlamento al posto dei presidenti. Vuole decidere tutto ma non fa nulla. E mentre è in spiaggia a ballare, a Roma si spara nei parchi pubblici. Salvini non ha mai avuto il senso delle istituzioni ma ora ha perso anche il senso della misura”, ribatte Renzi che, circa gli equilibri del Governo Conte, ha spesso parlato di una situazione disastrosa. E ad oggi lo ribadisce: “Un fallimento in pochi mesi. Hanno azzerato il Pil, alzato le tasse e fatto schizzare lo spread. Ma il disastro economico non è la cosa peggiore. Ancora peggio è lasciare un Paese incattivito dall’odio. Salvini ha diffuso il rancore, il sospetto verso l’associazionismo, l’odio contro il diverso”, ha proseguito.
Il destino dell’Italia è in mano al Senato, non alle correnti dei partiti. Votare subito è folle, dice Renzi, che poi ne spiega i motivi. “La priorità è evitare l’aumento dell Iva. Vanno trovati 23 miliardi di euro. Perché un commerciante deve pagare la recessione che raumento dell’iva comporterà? Lo spread è alto, i risparmiatori soffrono. I mercati temono l’uscita dall’euro”, spiega in primo luogo. Bisogna poi fare in modo che Salvini lasci il Viminale, Conte Palazzo Chigi: entrambi devono lasciare gli uffici pubblici. Quanto al taglio dei parlamentari voluto da Luigi Di Maio e i pentastellati, la riforma è incompleta e demagogica, sostiene l’ex dem che poi guarda alle sue, di iniziative: “La nostra riforma modificava il bicameralismo, garantiva efficienza, assicurava stabilità. Ma devo ammettere che i 5 stelle hanno ragione quando dicono che sarebbe un assurdo fermarsi adesso, a un passo dal traguardo. Si voti in Aula in quarta lettura e si vada al referendum: siano gli italiani a decidere”, prosegue.
Il PD si divide
Ricapitolando: un governo istituzionale che permetta agli italiani di votare il referendum sulla riduzione dei parlamentari, che eviti l’aumento dell’Iva e che gestisca le elezioni senza strumentalizzazioni. Per far questo, l’appello del dem arriva a rivolgersi perfino ai nemici di sempre, ai pentastellati, ma anche a Forza Italia e alla Sinistra radicale. Sarà Sergio Mattarella – come detto anche da Pietro Grasso – a prendere in mano le redini della situazione. Dovrà essere lui a valutare l’eventuale incarico a un Premier autorevole. Comunque, per Renzi nessun voto. Mentre Nicola Zingaretti sostiene esattamente il contrario, riporta anche l’Ansa, invitando il partito a restare unito.
“E’ giusto restituire un governo decente agli italiani. Poi si andrà a votare e vincerà il migliore. Bisogna offrire a Mattarella un’alternativa alle urne”, è insomma la soluzione dell’ex Premier PD. “Serve un governo di responsabilità nazionale, un governo istituzionale di garanzia che, guidato da una personalità terza affronti le emergenze del Paese, sia economiche che istituzionali”, conclude. Fino a quando, in un futuro incerto quanto imprecisato, sarà giusto votare. Sarà il tempo per un voto, ma il tempo non è questo. Nessun inciucio con i grillini, solo la volontà di impedire a Salvini le urne e di bloccare Zingaretti che invece ha già la tessera elettorale sul comodino, conferma Renzi. E il neosegretario – come accenna non a torto SkyTg24 – avrebbe invece in testa una sorta di patto tacito con Salvini, per far fuori uno ad uno la componente renziana all’interno del Partito. Ipotesi, tra l’altro, sostenuta anche da Davide Faraone quando, qualche giorno fa, veniva rimosso dal suo incarico di Governatore della Sicilia, accusando il suo gruppo di una volontà di sterminio, come una setta satanica volta a radere al suolo i fan di Matteo Renzi.
A quest’ultimo non va meglio, quanto a reputazione. Il M5S è da sempre stato il suo nemico, ne ha dette di ogni, di cotte e di crude su Luigi Di Maio, rifiutando da sempre qualsiasi tipo di accordo qualche volta accennato con i pentastellati. Il cambio di direzione non garba ai “zingarettiani”, che quanto a numeri rappresentano la maggioranza in Senato e alla Camera. Gli equilibri non sembrano essersi rotti solo al Governo, ma anche all’interno del partito. E la partita è ancora tutta da giocare.
Chiara Feleppa
Fonte: SkyTg24, Ansa, Corriere della Sera