La Guardia di Finanza di Catanzaro ha ordinato il sequestro preventivo di una grossa somma di denaro per indagini sul Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, eletto tra le file del Pd.
Il governatore calabrese è accusato di peculato assieme a Mauro Luchetti, legale rappresentante della “Hdrà”, una società di Roma, specializzata nel settore della comunicazione e dell’organizzazione di eventi. L’accusa riguarda i fondi ottenuti per finanziare un format giornalistico, il Festival di Spoleto. Per un Grasso condannato a risarcire il Pd, c’è invece un esponente Dem indagato per appropriazione indebita nei confronti dello Stato.
Il Gip Antonio Battaglia, su richiesta della Procura di Catanzaro, ha dato seguito alla contestazione preliminare per l’utilizzo di oltre 95mila euro di fondi pubblici, destinati alla promozione turistica della Regione Calabria. Quei fondi sono stati impiegati per finanziare un evento giornalistico, svoltosi nel luglio 2018 a Spoleto, con finalità privatistiche di promozione politica, come riportato da TgCom.
Le indagini del Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico hanno scoperto che è stata proprio una delibera della giunta regionale, la n.244 del 14 giugno 2018, ad inserire tra le attività finanziate dal piano di sviluppo turistico regionale, “la partecipazione della Regione Calabria alla manifestazione Festival dei due mondi in programma a Spoleto“.
Immediata la replica del diretto interessato. Il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha organizzato una conferenza stampa e si è espresso sull’indagine della Procura di Catanzaro che lo coinvolge, come riportato dall’Ansa: “Ritengo allucinante questa vicenda perché si contesta al presidente della Regione un reato di peculato senza che ci sia l’oggetto, cioè la dazione di denaro“.
“Non si contesta la dazione di denaro – ha aggiunto – ma il fatto che una iniziativa di promozione turistica in una vetrina importante come il ‘Festival dei Due Mondi’ sia stata fatta più che per promuovere la Calabria stessa, per promuovere il presidente della Regione. Niente di più infondato. La Regione ha finanziato con centomila euro un programma di valorizzazione e promozione della Calabria in quella vetrina durata 15 giorni con diversi strumenti: cartellonistica, evidentissima, con un desk al quale si distribuiva materiale e dove proiettavano le immagini della regione che sono state diffuse su un network di media nel mondo. C’è stata anche una cena a base di prodotti enogastronomici calabresi con chef calabresi a cui sono stati invitati rappresentanti di varie realtà, dal cinema al giornalismo all’arte, che erano al festival. All’interno di questa promozione c’è stata anche un’intervista da parte di un giornalista importante che è Paolo Mieli al presidente della Regione e nell’intervista c’è stata promozione della Calabria perché il massimo rappresentante istituzionale di una regione non promuove se stesso, promuove la Calabria“.
Questo è quanto sostiene Oliverio, che dovrà ora dimostrare la sua innocenza nelle sedi opportune: “So solo che in questi mesi prossimi alle regionali, perché prima mai si è verificato nulla, senza lanciare sospetti, sono oggetto di iniziative giudiziarie, come quella del 17 dicembre che mi ha visto oggetto di obbligo di dimora nel Comune di residenza, demolita dalla Cassazione che ha parlato di ‘chiaro pregiudizio accusatorio’ e ‘assenza totale di indizi di colpevolezza’ nei miei confronti. Adesso c’è questa e rifletto sul perché avviene a ridosso delle regionali. C’è una concentrazione sul presidente che fa riflettere.”
Secondo il presidente non c’è nulla da rimproverarsi: “Ho amministrato 4 anni dalla data in cui sono avvenuti alcuni fatti che mi si contestano ma prima non è venuto nessuno a dirmi nulla. Sono una persona onesta e libera che non ha abusato nemmeno di un euro, che ha sempre preteso trasparenza e correttezza nell’azione amministrativa perché ha sempre inteso la funzione pubblica come servizio alla comunità e il bene comune lo ha sempre inteso come un bene da custodire gelosamente. I tempi della giustizia, però, sono quello che sono e avere caratterizzato questa fase a ridosso delle regionali significa condizionare quelle che sono le vicende politiche, perché i processi non si fanno subito e magari si fissa al punto giusto una udienza per condizionare le scadenza. Questo deve far riflettere ai fini della sostanza democratica. Non c’è solo un problema democratico che io pongo anche nelle sedi competenti. Perché chi batte le mani lo fa o perché ha la coda di paglia o perché ha paura di qualcosa. Io non ho né code di paglia né ho paura di nulla e svolgo la mia funzione a mani nude“.
Alessandra Curcio
Fonti: Ansa, TgCom
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