L’ormai ex Sindaco PD Andrea Carletti prova a ritagliarsi qualche spazio per uscirne, non illeso ma almeno ripulito, dalla vicenda sugli affidi illeciti di Bibbiano che lo hanno visto coinvolto. Secondo il suo legale, il suo lavoro era in linea con le normative vigenti. Per questo, è stata richiesta la revoca dei domiciliari.
Il caso sugli affidi illeciti di Bibbiano è diventato un affaire politico. Il segretario del PD Nicola Zingaretti prova a difendere il suo partito dalle accuse piovute addosso a causa del presunto operato illecito del Sindaco del paese, Andrea Carletti: “Il PD con Bibbiano non c’entra niente, c’è un Sindaco indagato per abuso d’ufficio per aver concesso una sala, il resto è sciacallaggio. I veri sciacalli sono coloro, a cominciare da Di Maio, che usano una tragedia come quella accaduta a questi bambini per raccogliere consenso strumentalizzando le tragedie di queste famiglie”, ha detto il dem a Repubblica. A questo proposito, il partito ha reso noto di aver avviato querele nei confronti di tutti coloro che legano la vicenda degli affidi all’operato dei dem.
Intanto, l’avvocato Giovanni Tarquini, difensore di Carletti,ha reso noto di voler chiedere al Giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi la revoca degli arresti domiciliari per il suo assistito. Come riporta Il Resto del Carlino, la difesa mira a dimostrare che l’attività svolta dal Primo cittadino come delegato dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza alle politiche sociali, avesse come unico scopo quello di voler dare sostegno politico alle attività di psicoterapia per i bambini finiti sotto la lente dei servizi sociali. Un’attività lecita e prevista dalle normative vigenti, fatta alla luce del sole.
Carletti avrebbe anche ribadito la sua volontà di non dimettersi, confermando ancora una volta la sua innocenza e puntando a smontare le accuse di abuso d’ufficio e falso ideologico. “Non era necessaria una procedura a evidenza pubblica perché si tratta di coprogettazione, una pratica prevista dalla legge”, ha sottolineato il Sindaco nella memoria di 40 pagine inviata alla Procura di Reggio Emilia. Dunque, non ci sarebbero state anomalie rispetto alla legislazione sugli appalti. Inoltre, l’ex dem ha ribadito di non avere alcuna intenzione di giustificare le persone che hanno commesso illeciti. Il gip ha ora 5 giorni di tempo per decidere sul da farsi.
Carletti, lo si ricorda, è accusato di abuso in ufficio per l’affidamento delle sedute agli psicologi del centro “Hansel e Gretel” – Claudio Foti, Nadia Bolognini e Sarah Testa. Secondo il Pm Valentina Salvi, questi non avrebbero avuto titoli per lavorare nel centro pubblico “La Cura“. E’ poi ipotizzato lo stesso reato per l’incarico dato all’avvocato Marco Scarpati – anche lui indagato – per la difesa dei minori. Carletti deve anche rispondere di errore determinato dall’altrui inganno per aver portato l’Unione dei Comuni della Val D’Enza a dichiarare il falso in bilancio.
Secondo la ricostruzione presentata dalla Difesa, le azioni erano lecite. I dirigenti cui Carletti si è avvalso sarebbero stati garantiti da una norma regionale del 2008, che avrebbe permesso di affidare la psicoterapia tramite una “coprogettazione“, evitando i bandi pubblici ma in maniera lecita. Da qui la scelta della Onlus Torinese “Hansel e Gretel“, motivata per il lavoro eccellente fatto con i minori, a cui poi si è aggiunta la mancanza di risorse professionali alla Ausl. Una tesi del tutto opposta a quella della Procura, che avrebbe quantificato in un danno di 200mila euro a Unione e Ausl la scelta di affidare il servizio esternamente.
Fonte: Il Resto del Carlino, Repubblica
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