Una bambina è tornata nella casa dei nonni dove vive anche il padre, dopo due anni di affido ad una coppia. Vittima del sistema degli affidi illeciti a Bibbiano, secondo l’accusa subiva abusi sessuali. Ma per la Procura, i report dei servizi sociali erano falsi.
Tornano, uno ad uno, dai propri genitori. Dopo anni di lontananza, di sofferenza e di malesseri, i bambini vittime del sistema degli affidi illeciti di Bibbiano sembrano poter riabbracciare la felicità. Certo, non si dimentica ciò che è accaduto. Non si dimentica l’essere stati portati via, in modo atroce, dai propri genitori d’origine. E neanche questi ultimi dimenticano. C’è tanta rabbia, dolore e angoscia dietro l’inchiesta “Angeli e demoni“, che fa luce su una realtà criminogena, perversa e raccapricciante nascosta dietro gli affidi. Anche Maria – nome di fantasia -dopo due anni, è tornata a casa. La piccola è uno dei sette minori allontanati da casa e finiti al centro dell’inchiesta di Bibbiano. Secondo le accuse era stata vittima di abusi sessuali. Ma per la Procura, i report dei servizi sociali erano falsi.
Come informa Gazzetta di Reggio, la piccola era stata sottratta alle cure della famiglia circa due anni fa. Al momento della nascita, suo padre aveva 17 anni e sua madre 14. Qualche tempo dopo la sua nascita i due si erano separati. Adesso le cose sono cambiate: la madre vive con un altro compagno ed il padre si trova ancora a casa con i genitori. Dopo la separazione dei due, la bimba aveva iniziato a dare segni di difficoltà a scuola: era discontinua, distratta, stava evidentemente male. Per questo, i servizi sociali avevano giudicato i due genitori incapaci di prendersi cura della minore, che era stata di conseguenza affidata ai nonni paterni. Fino a quando la piccola era stata tolta anche a questi. “Non venga più a prendere sua nipote a scuola, non ce n’è bisogno: la bambina è stata trasferita in un altro istituto e ora penseremo noi a tutto. Non vivrà più con lei”, sarebbe stato detto da un’assistente sociale alla nonna, come riferito al Corriere.
I servizi decidono di allontanarla da casa e di darla in affidamento ad una coppia di donne. Seguirono le accuse di violenza sessuale ai danni della bambina, un iter ormai collaudato per gestire il circolo degli affidi. L’impianto accusatorio si basava su un disegno fatto dalla bambina a cui qualcuno aveva aggiunto una modifica per far sembrare che le braccia dell’adulto la toccassero le parti intime. Qualcosa di non corrispondente alla realtà, tanto più se, dalle successive sedute terapeutiche, non emergeva nulla che confermasse la tesi. Dalla visita ginecologica in ospedale non sono risultate tracce di violenza e la bimba ha sempre negato di aver ricevuto abusi.
Come riporta Imola Oggi, durante le sedute terapeutiche, la piccola era solita chiedere dei genitori. “Mi piacerebbe. Ogni tanto mi capita di piangere perché mi mancano gli abbracci di papà”, diceva agli psicologi secondo quanto emerso dalle intercettazioni. La bimba avrebbe anche scritto diverse lettere ai genitori che non sono mai state recapitate. A riaprire il suo caso, era stata proprio la vicenda di Bibbiano che, rimbalzata su ogni dove, ha spinto i nonni e il padre a chiedere di rivedere il proprio fascicolo. Così, il 24 luglio scorso, la bambina è stata riportata a casa dei nonni, dove vive anche il padre. “Sembra felice”, raccontano i parenti che ora la stringono come qualcosa da proteggere.
Fonte: ImolaOggi, Corriere, Gazzetta di Reggio
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