Il Gip di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi nell’ambito dell’inchiesta Consip. Il padre dell’ex Premier è accusato di traffico di influenze illecite.
Non sarà archiviata la parte dell’inchiesta Consip che chiama in causa anche Tiziano Renzi, padre dell’ex Premier che in quanto a guai con la giustizia non può dirsi immune. Il Gip Gaspare Sturzo ha detto no alla richiesta di archiviazione avanzata il 25 ottobre dello scorso anno dalla procura di Roma e ha fissato la camera di consiglio al prossimo 14 ottobre, come informa Tgcom24.
Il Gip ha anche rigettato la richiesta di archiviazione per altri 9 indagati nei confronti dei quali i Pm di piazzale Clodio avevano chiesto di archiviare singoli capi di imputazione. Tra loro l’ex Ministro Luca Lotti, indagato per rivelazione del segreto d’ufficio; il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio; e l’imprenditore Carlo Russo che deve rispondere dell’accusa di turbativa d’asta. Respinta la richiesta di archiviazione anche per l’imprenditore Alfredo Romeo, indagato per corruzione e turbativa d’asta; e per l’ex Parlamentare del Pdl, Italo Bocchino, accusato di corruzione e turbativa d’asta. Ancora, risultano indagati l’allora Amministratore delegato di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi per turbativa d’asta; l’ex Ad di Consip Domenico Casalino con lo stesso capo d’accusa; e il dirigente Francesco Licci.
Nella richiesta di archiviazione i Pm scrivevano che Tiziano Renzi aveva reso affermazioni non credibili nel corso nell’interrogatorio fornendo una ricostruzione dei fatti non corrispondente al vero. Al centro dell’accusa, i rapporti con l’imprenditore Carlo Russo. Il padre dell’ex Presidente del Consiglio, ha dichiarato di conoscere Russo da prima del 2012 e di aver condiviso con lui esperienze personali come viaggi a Medjugorie. Il rapporto, pur molto privato ed intimo, non ha nulla a che fare con Consip. Tiziano Renzi ha escluso di aver mai “spinto con lui su Consip”. Affermazioni che cozzano, per i Pm, con quanto dichiarato dal testimone, ex ad di Consip, Luigi Marroni. Quest’ultimo, infatti, ha descritto con alcuni puntuali riscontri su luoghi e tempi gli incontri avvenuti con Renzi e non avrebbe avuto, secondo i Giudici, nessun interesse nel dichiarare il falso, “ricostruendo circostanze che, semmai, potevano metterlo in difficoltà”. Nel provvedimento, aggiungono i Pm, Marroni ha riferito che in due occasioni, nel settembre 2015 e nella primavera 2016, Tiziano Renzi lo avrebbe pregato di ricevere Russo per “dargli una mano“. Nella richiesta di archiviazione, tuttavia, la Procura concludeva che “nonostante tutti gli approfondimenti possibili, non è dato rinvenire alcun elemento che consenta di ritenere che la raccomandazione spesa in favore di Russo fosse conseguenza di un accordo con lo stesso, al fine di esercitare indebite pressioni su Marroni per alterare le gare d’appalto indette da Consip”.
“Non provo più nemmeno rabbia o dolore – dichiara Tiziano Renzi come informa Adnkronos – So di non aver commesso alcun traffico di influenze e so che questo infinito processo mediatico prima o poi sarà smontato pezzo dopo pezzo. Ci vorranno anni, ma ho fede e pazienza. Sono innocente come del resto avevano riconosciuto anche i pm di Roma chiedendo l’archiviazione”.
Anche l’avvocato di Renzi senior, Federico Bagattini, commenta la decisione del Gip: “Prendiamo atto di tutti i provvedimenti giudiziari, non siamo quelli che gridano allo scandalo. Ci difenderemo e confidiamo di far cambiare idea a un giudice che sarà sicuramente immude da condizionamenti”.
Fonte: Adnkronos, Tgcom24
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