Quattro arresti, denunce e sequestri di beni. Questo il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Imperia dopo oltre un anno di indagini nell’ambito di una serie di frodi nella gestione di centri per accoglienza dei migranti a Sanremo e Vallecrosia.
Il giro dell’accoglienza migranti nasconde spesso affari d’oro e operazioni illecite, come dimostrano i casi delle Sprar finite spesso sotto accusa. Questa volta al centro di uno scandalo è finita la cooperativa sociale Caribù di Cuneo. Un’operazione della Guardia di Finanza di Imperia, scattata dopo un anno di indagini nell’ambito di un’inchiesta per frode, ha portato a quattro arresti e denunce. Come riporta Oggi Treviso, in manette è finito Gianni Morra, 62 anni, considerato il capo dell’organizzazione; la sua convivente Emanuela De Mita, 48 anni; l’avvocato Guido Tabasso, 67 anni, socio occulto della cooperativa secondo l’accusa; e Antonella Morra, 59 anni, sorella di Gianni, accusata di aver riciclato i proventi della frode in alcune società di famiglia. L’accusa a loro carico è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e riciclaggio.
La cooperativa gestiva due centri migranti in provincia di Imperia – uno a Sanremo e uno a Vallecrosia – dove sono ospitati 120 richiedenti asilo. Secondo le ricostruzioni, la cooperativa si appropriava della maggior parte dei fondi erogati dalla prefettura di Imperia per l’accoglienza giornaliera di circa 130 migranti, un numero di ospiti dichiarato superiore a quello reale. Il denaro veniva sottratto e impiegato per pagare muti relativi all’acquisto di immobili. Come riporta La Stampa, la frode è stata quantificata in 1,3 milioni di euro, su un importo complessivo di fondi pubblici erogati di circa 1,7 milioni.L’inchiesta coinvolge un’altra decina di persone: tra loro 2 commercialisti di Torino e Cuneo e un’ex dirigente della prefettura di Imperia, Alessandra Lazzari, oggi vice prefetto a Torino, che risultano indagati. Gli immobili sequestrati hanno valore di circa un milione di euro. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere alla truffa ai danni dello Stato, all’autoriciclaggio, alla turbativa d’asta, alla frode nelle pubbliche forniture.
Come dichiarato in Conferenza stampa da Grazia Pradella – Procuratore aggiunto di Imperia – il sistema era bel collaudato ed elaborato: “Due centri di accoglienza migranti gestiti con metodi truffaldini e anche contrari a quello che è il senso di umanità delle Onlus che dovrebbero badare non solo all’accoglienza ma anche al benessere fisico e psicologico dei migranti. In questo caso tutto ciò non è avvenuto, con episodi diversi da quello che ritengo sia un comune senso di umanità”. Il Gip – informa Imperia Tv – nell’ordinanza ha scritto che i migranti venivano trattati come bestie, mangiando scarti e avanzi.
Fonte: Oggi Treviso, La Stampa, Imperia Tv
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