A Primavalle, dove questa mattina sarebbe dovuto cominciare lo sgombero del palazzo occupato in via Cardinal Capranica, sono cominciate le trattative per trovare soluzioni alternative dopo 7 ore di assedio. Da un lato, i militanti e i presidi delle associazioni che hanno avviato un’azione di forza per opporre resistenza allo sgombero; dall’altra le Forze di Polizia che eseguono le direttive. Un nuovo allarme per Virginia Raggi.
Duecento persone fuori, sessanta barricate all’interno della struttura in via Cardinal Capranica, a Primavalle, un tempo istituto agrario. Lo riporta Adnkronos ed è questo lo scenario che questa mattina ha investito il quartiere in zona ovest della Capitale, dove sarebbe dovuto cominciare lo sgombero annunciato da molti mesi. Il palazzo è occupato da trecentoquaranta persone, in particolare stranieri e minori, ormai da 19 anni. Lo stabile è stato trasformato in un vero e proprio condominio, con appartamenti e un orto per la produzione propria, così come era accaduto allo stabile diventato noto per l’azione del Cardinale Krajewski. Per questo motivo, il Comune ha deciso di intervenire per restituire il palazzo al Municipio, intenzionato a sua volta a farlo tornare alla vecchia destinazione d’uso.
Il Prefetto Gerarda Pantaleone – nel corso dell’ultimo tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza tenutosi a Palazzo Valentini giovedì – non ha mostrato segni di cedimento ed anzi ha ribadito l’estrema urgenza di avviare gli sgomberi. 22 gli stabili da sgomberare, e il primo a dover essere liberato sarebbe dovuto essere proprio quello di via Cardinal Capranica. Uno sgombero sostenuto con forza anche da Matteo Salvini;contraria invece la Regione Lazio che si è detta a procedere solo e soltanto in presenza di soluzioni alternative che garantiscono il diritto alla casa e la continuità delle esperienze sociali. Anche Roma Capitale aveva chiesto alla Pantaleone il tempo necessario per approntare soluzioni per tutti.
Ma a fermare lo sgombero, alle prime luci dell’alba di questa mattina, sono stati i presidi sociali. “Roma non si chiude“, aveva annunciato nei giorni scorsi un Muro Popolare a Cardinal Capranica contro lo sgombero e aveva dato appuntamento a Montecitorio per protestare contro il Decreto Sicurezza bis:
Stessa cosa aveva fatto “Blocchi Precari Metropolitani” che ha invocato un “muro popolare” per frapporsi a un’azione militare:
Detto fatto, questa mattina Primavalle sembra una zona di guerra. Erano presenti cinquanta camionette, un elicottero, centinaia di agenti in assetto antisommossa. Centinaia le persone sono giunte da tutta Roma a portare la loro solidarietà, ma l’area attorno al palazzo occupato è una zona rossa interdetta all’ingresso dei giornalisti, della gente comune e dei manifestanti. Sul posto ci sono anche i consiglieri regionali Marta Bonafoni e Alessandro Capriccioli che tentano una trattativa. Ci sono anche alcuni rappresentanti del gabinetto del Primo Cittadino Virginia Raggi e l’assessora al Sociale Laura Baldassarre.
“Sembra di essere in guerra: blindati a decine, poliziotti in assetto antisommossa, i vigili del fuoco, l’ambulanza, un elicottero che ci vola sulla testa”, scrive la Bonafoni. Uno scenario spaccato, che sembra riproporre quello di Casal Bruciato o Torre Maura. Da un lato ci sono i militanti che urlano al megafono la rabbia per lo sgombero anticipato di qualche ora rispetto al previsto; dall’altra le Forze di Polizia che eseguono le direttive.
Inizialmente previsto per le sei del mattino, il blitz di questa notte – informa Open – era cominciato intorno alle 23.00 quando 45 blindati, Vigili del fuoco, agenti della Polizia municipale sono arrivati all’esterno dello stabile. L’edificio, però, era già stato circondato dagli abitanti che hanno eretto vere e proprie barricate per fermare gli agenti. Gli occupanti lamentano di non avere risposte chiare e di aver ricevuto, in questi mesi in cui ci si preparava allo sgombero, solo una chiamata da un assistente sociale che non ha fornito risposte certe. La proposta di Baldassarre, arrivata alle 7 del mattino, era stata quella di trasferire le persone sole in un centro di accoglienza, i nuclei familiari in una stanza con la mensa con l’inserimento in un programma sociale. Proposta rifiutata dagli occupanti. “Sono 20 anni che viviamo qui. No. Roma si barrica”, sostengono.
“Andremo in un posto tipo un hotel,una stanza con il bagno per noi e una stanza per i bambini, ci dicono, ma non sappiamo niente – dichiara una donna di origini marocchine a Rai News – Ce lo dicono loro. I bambini vanno all’asilo e a scuola in zona. Siamo sotto choc”. Dice anche che la maggior parte degli occupanti viene dal Marocco e che lei ha perso il lavoro dopo aver avuto due bambini, mentre il marito svolge lavori saltuari. Un’altra donna sul tetto dell’edificio rivendica invece di “essere italiana” e commenta lo sgombero come un atto di follia: “Siete fuori di testa” dice agli agenti: “Ora che fate, l’affitto me lo pagate voi?” L’assessore al Sociale di Roma Laura Baldassarre fa il punto della situazione: “Le persone che si sono fatte censire e sono rientrate nella categoria delle persone fragili sono 199. Una piccola parte ha trovato autonomamente un’alternativa, per tutte le restanti 176 abbiamo una proposta di accoglienza facendo rimanere uniti i nuclei familiari. In un caso c’è anche la casa popolare. Stamattina dalle 6.30 eravamo li’ a far vedere le foto delle sistemazioni alternative agli abitanti per tranquillizzarli“. Intanto, la Regione Lazio ha messo a disposizione cinque appartamenti e un milione di euro.
Fonte: Adnkronos, Blocchi Precari Metropolitani Facebook, Roma non si chiude Facebook, Marta Bonafoni Facebook, Open
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