Alessandro Gamberini, il legale di Carola Rackete, ha espresso i suoi timori circa la sicurezza della comandante della Sea Watch 3, dopo la denuncia presentata in Procura questa mattina indirizzata a Matteo Salvini.
“Questa potrebbe essere l’ultima diretta”, ha scherzato ironicamente, via social, il Vicepremier Matteo Salvini dopo la notizia, già diffusa ieri, della querela di Carola Rackete. Detto fatto, riporta Agenpress – la denuncia presentata dalla comandante della Sea Watch e indirizzata al Ministro dell’Interno è stata depositata questa mattina in Procura, a Roma. L’incartamento è stato materialmente depositato negli uffici di piazzale Clodio da una sostituta di studio dell’avvocato Alessandro Gamberini. I reati contestati sono due: di istigazione a delinquere e diffamazione. Si chiede anche il sequestro preventivo dei profili social attraverso cui “risultano pubblicati e diffusi i contenuti diffamatori e istigatori con specifico riferimento alle pagine Facebook e Twitter dell’account ufficiale di Matteo Salvini”. La richiesta – come ha spiegato il legale ad Agi – è legittimata dalla Giurisprudenza della Corte Suprema che autorizza il sequestro dei servizi di rete e delle pagine informatiche che non rientrano nella nozione di stampa e quindi non godono delle garanzie costituzionali previste dall’articolo 21.
Lo stesso legale, intervistato su Radio Capital, prendendo le difese della sua assistita, ha affermato: “Temiamo per l’incolumità della capitana. Se una persona viene indicata come un’assassina in libertà, come una delinquente, come un personaggio da mettere all’indice, poi non si sa quali sono le reazioni da parte di coloro che, seguendo queste indicazioni, possono adottare comportamenti gravi nei suoi confronti, anche aggressivi dell’incolumità fisica”. Ed è proprio per evitare l’incitamento dell’odio che è stato richiesto il sequestro degli account social.
Nelle quattordici pagine della querela – riporta Adnkronos – vengono riportate 22 offese del Ministro, contenute nei sui tweet, nelle dirette Facebook e in alcune interviste televisive. In particolare, sono state ritenute lesive alcune espressioni come la definizione della Ong, da parte di Salvini, come “organizzazione illegale e fuorilegge” . “Nelle parole di Matteo Salvini sono veicolati sentimenti viscerali di odio, denigrazione, delegittimazione e persino di vera e propria deumanizzazione”, si legge nella seconda parte della denuncia.
Fonte: Agi, Radio Capital, Adnkronos