Si chiude in Grecia l’era di Alexis Tsipras. La vittoria del partito Nea Dimokratia, guidato da Kyriakos Mitsotakis, sembra dare una nuova direzione politica al Paese che ha scelto la destra per tentare di cambiare le proprie sorti.
“In democrazia il cambio di Governo è un fatto naturale, non un paradosso. Anzi, direi che è la quintessenza della democrazia. Quando sono arrivato al Governo era un momento difficile per questo Paese. Forse ignoravamo i rischi, ma credevamo fortemente nel potere delle persone. Oggi, allo stesso modo, accettiamo la scelta della gente”. Con queste parole, Alex Tsipras si è dimesso senza neanche aspettare i risultati finali delle elezioni per rinnovare il parlamento, a due ore dalla chiusura dei seggi. Con meno del 40% dei voti scrutinati, l’esito era però già chiaro: così, davanti alla stampa, ha fatto il bilancio di questi anni in carica, riporta Il Sole 24 ore. “Sappiamo di lasciare un paese forte, oggi la Grecia non ha nulla a che fare con ciò che abbiamo preso in mano quasi 4 anni e mezzo fa. Allora era un paese in balia della bancarotta, con le casse vuote, popolazione in crisi. Oggi, invece, restituiamo il Paese con 37 miliardi di attivo, Pil in crescita”, ha detto l’ex Premier.
Nel mentre, ai seggi, si decretava la chiusura dell’epoca Tsipras, cominciata nel gennaio del 2015 quando divenne Primo Ministro stravincendo e seguendo la scia delle politiche dell’austerity. Tuttavia, il prezzo da pagare per restare in Europa e ricevere finanziamenti da Bruxelles e dalla Troika ha portato il Paese a pagare un caro prezzo: l’economia greca si è contratta del 28% per cento, dal 2008 al 2016, spingendo molti alla disoccupazione e alla povertà. Dopo le Europee, Tsipras ha chiesto di indire elezioni anticipate. Come ricorda Adnkronos, vero che lo scorso agosto Tsipras ha potuto rivendicare la fine dell’ultimo dei tre bailout, il ritorno sui mercati finanziari e l’avvio di una ripresa economica. L’elettorato di sinistra, però, non ha preso di buon occhio l’aumento delle tasse e la classe media ha visto andare deluse le sue aspettative. La sua era, ora, si chiude. I negoziati con l’Europa sono stati visti come un tradimento e Tsipras ha pagato il prezzo delle sue scelte.
Il partito conservatore di Nea Dimokratia – informa l’Ansa – guidato da Kyriakos Mitsotakis ha vinto con il 39,8% dei voti e 158 seggi in Parlamento, battendo il partito del predecessore Syriza che ha raggiunto il 31,3% dei consensi, con 86 seggi. I socialisti di Kinal si sono fermati all’ 8,3% con 23 seggi. Segue il Kke con 5,3% dei voti e 14 seggi; i nazionalisti di nazionalisti di Elliniki Lysi fermi al 3,7% e 10 seggi. Diem 25 si arresta al 3,4% con 9 seggi. Esclusi i neonazisti di Alba Dorata che non entrano in parlamento. “Lavorerò duramente, per tutti i greci e le greche, anche per quelli che non ci hanno votato. E cominceremo subito perché non c’è tempo da perdere”, ha detto il futuro premier greco Kyriakos Mitsotakis, come informa Tgcom24. Meno tasse, salari più alti e più investimenti, questi gli obiettivi chiariti annunciato l’inizio di una nuova era. “La Grecia si rialzerà di nuovo la testa con orgoglio. Sarò il Primo ministro di tutti perché i greci sono troppo pochi per restare divisi. Non mancherò di onorare le speranze del popolo greco”, ha aggiunto il leader accolto da Tsipras con una telefonata e un passaggio formale di consegna.
Discendente di una delle principali dinastie politiche della Grecia, il nuovo Primo ministro, il 51enne Mitsotakis liberale in economia e in politica ha promesso riforme e tagli alle tasse, proponendosi come un uomo nuovo capace di dare alla Grecia il volto di un Paese moderno e all’avanguardia, discostandosi dall’aurea di arretratezza sociale ed economica che si trascina dietro. I greci, insomma, sembrano aver voluto cambiare direzione, deviare a destra e tentare una nuova soluzione, una nuova via di uscita.
Chiara Feleppa
Fonte: Il Sole 24 ore, Tgcom24, Ansa, Adnkronos