Il Governo di Accordo Nazionale libico di Fayez al-Sarraj starebbe valutando il rilascio di tutti i migranti detenuti in Libia.
Come riferito dall’Ansa, Il Governo di Accordo Nazionale libico di Fayez al-Serraj “sta valutando la chiusura di tutti i centri di detenzione dei migranti e del rilascio di tutti i detenuti in Libia, con l’obiettivo di garantire la loro sicurezza”. A diffondere la notizia è stato il The Libya Observer, che ha riportato le parole di Fathi Bashagha, Ministro dell’Interno libico, secondo cui “la loro sicurezza non può essere garantita. Abbiamo l’obbligo di proteggere i profughi, ma i raid aerei vanno oltre le nostre capacità”. Alla base di queste dichiarazioni ci sarebbe il bombardamento, accaduto vicino Tripoli nel corso della notte tra martedì e mercoledì, sul centro di detenzione di Tagiura. Il raid ha causato il decesso di circa 53 persone, di cui 6 bambini, e 130 feriti.
L’Esercito nazionale libico del Maresciallo Khalifa Haftar si è detto disposto a “sostenere l’azione del governo Serraj” per il rilascio degli immigrati reclusi all’interno dei centri di detenzione. Lo ha detto chiaramente in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook il portavoce dell’Esercito di Haftar, Ahmed al Mismari: “Gli ultimi rapporti dell’Onu dimostrano che le milizie usano i migranti come scudi umani per accusare poi l’Esercito nazionale. La missione dell’Onu e il cosiddetto Governo di Tripoli hanno la responsabilità di fornire la sicurezza a queste persone e liberarle dalla presa delle milizie. Noi siamo pronti per liberarle all’istante”.
Andrea De Bonis, funzionario protezione dell’Unhcr – Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati – ha commentato le ipotesi di un rilascio immediato dei migranti, scenario paventato dal Governo libico: “Come Unhcr auspichiamo da tempo il rilascio dalla detenzione dei migranti nei centri in Libia. A queste misure va affiancata una presa di responsabilità dei paesi europei, affinché supportino dei piani di evacuazione dei rifugiati che si trovano in Libia. L’Italia sta facendo la sua parte, avendo evacuato circa 700 rifugiati dal dicembre 2017″. Il paese, sostiene il funzionario, non è un porto sicuro e vive una situazione critica di sovraffollamento dei centri di detenzione dei rifugiati. Stando a quanto riferito dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, la possibile chiusura dei centri di detenzione per migranti in Libia dovrebbe coinvolgere intorno alle 6-7.000 persone, di cui 3.000 nella sola Tripoli.
Fonte: Ansa, The Libya Observer