Il Sindaco di Milano Giuseppe Sala è stato condannato a sei mesi per falso nel processo sull’appalto per la Piastra dei servizi di Expo. Il Primo cittadino, ex commissario unico dell’Esposizione universale, era presente in aula al Tribunale di Milano e ha ascoltato la lettura del dispositivo da parte dei Giudici.
Come informa l’Ansa, l’accusa, sostenuta dal Pg di Milano Massimo Gaballo, ha sostenuto con forza la colpevolezza di Sala, sostenuto invece dai legali Salvatore Scuto e Stefano Nespor. “Se un imputato è tranquillo e sereno della sua innocenza la sua difesa non ha bisogno di infangare la pubblica accusa“, avrebbe detto il Pg riferendosi ad alcune contestazioni dei legali nel corso delle arringhe. “Non sono sorpreso da questo intervento, sono 3 anni che conosciamo questo ufficio, quella di oggi è stata un’altra caduta di stile”, ha replicato l’avvocato Scuto. Tutti gli altri imputati – l’ex manager Expo Angelo Paris, imputato per falso in concorso con Sala e per tentato abuso d’ufficio; l’ex dg di Ilspa Antonio Rognoni, accusato di turbativa sul maxi appalto; Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani spa che vinse la gara, accusato di tentato abuso d’ufficio – sono stati assolti. Beppe Sala è stato condannato, emerge dal dispositivo letto dai giudici Guidi-Minerva-Valori, “limitatamente alla retrodatazione del verbale di annullamento di nomina della commissione giudicatrice e del verbale di nomina della commissione giudicatrice”.
Infatti, Sala era imputato per falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione di due verbali, nel maggio 2012, della commissione di gara per il maxi appalto della Piastra dei servizi per l’Esposizione Universale del 2015. Una tesi respinta, in aula, da Sala: “Non ho mai avuto consapevolezza della retrodatazione dei verbali che sono serviti per sostituire due commissari incompatibili. L’ex amministratore unico di Expo, ha ricostruito il proprio ruolo nella vicenda. Le prime accuse a suo carico risalgono al dicembre 2016, poi la Procura di Milano ne aveva chiesto l’archiviazione, respinta dal Giudice per le indagini preliminari. La Procura generale ha quindi avviato una seconda inchiesta, iscrivendo Sala nel registro degli indagati. Anche se Sala ha sostenuto di aver agito per non perdere tempo e non pregiudicare la buona riuscita di Expo, per gli inquirenti sarebbe comunque colpevole. Per l’accusa la retrodatazione degli atti è “provata oltre ogni ragionevole dubbio”.
Fonte: Adnkronos, Ansa
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