La Guardia di Finanza non resta in silenzio di fronte al provvedimento del Gip Alessandra Vella che non ha convalidato l’arresto della capitana della Sea Watch Carola Rackete.
Intervistato ai microfoni di Adnkronos, un finanziere del gruppo navale delle Fiamme Gialle di Lampedusa ha duramente criticato il provvedimento del Gip Alessandra Vella con cui non è stato convalidato l’arresto della capitana della Sea Watch Carola Rackete. La decisione della comandante di entrare in porto con il carico di migranti, dopo aver speronato una motovedetta della Guardia di Finanza, è stata duramente condannata dagli agenti che hanno parlato di una grave circostanza di pericolo in cui è stata messa a rischio la loro incolumità.
“Il mondo al contrario. Chi viola la legge diventa un’eroina e chi ha difeso la patria tra un po’ passa per delinquente. Sono molto amareggiato – dice il finanziere – Questo provvedimento è davvero ingiusto ma soprattutto contiene molte inesattezze. A partire dalla definizione di nave da guerra: lo sanno pure i bambini che l’imbarcazione della Guardia di Finanza è una nave da guerra perché issa il vessillo e ha i colori della Marina militare come nave da guerra”. Stando a quanto scritto dal GIP e riportato dall’Ansa, infatti, Carola Rackete non avrebbe violato il divieto di attraccare al porto di Lampedusa né commesso violenze nei confronti di una nave da guerra e neppure opposto resistenza ad un pubblico ufficiale. Per questi motivi il GIP di Agrigento ha rigettato ogni accusa mossa contro la comandante della Sea Watch, non convalidando l’arresto e senza disporre alcuna misura cautelare su di lei. Il GIP ha dunque rigettato l’interpretazione dei fatti data dal PM Luigi Patronaggio
“In caso di guerra la GdF passa sotto l’egida della Marina militare. Tutti gli equipaggi Gdf sono equipaggi Cem, cioè appartengono al corpo militare marittimi. Secondo qualcuno dovevamo essere noi a essere puniti, una assurdità. Noi abbiamo eseguito solo ordini legittimi e invece passiamo per chi commette un reato. Non ci sono più regole certe”, ha proseguito. “Mi sembra di stare a teatro con le comparse ma non so chi è il burattinaio. Il collega ha eseguito ordini e gli è andata bene perché poteva rischiare la vita. Per il resto andiamo avanti ma non ci sono più le condizioni per lavorare bene, in serenità. Quando mi alzo la mattina e leggo queste cose divento matto”. E infine: “Il popolo con chi sta? Noi non abbiamo fatto abusi. Non ci sto a passare per delinquente. Proprio no”.
Fonte: Adnkronos, Ansa, Alanews
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