Giorgia Linardi – portavoce della Sea Watch – ha preso le difese della Capitana Carola Rackete difendendo la sua decisione di entrare in porto, supportata da uno stato di necessità. L’attivista ha anche denunciato come, una volta sul molo, la situazione sia degenerata, a causa degli insulti, che le Forze dell’Ordine non hanno fatto nulla per evitare.
“Carola si è effettivamente scusata con la Guardia di Finanza, ma non per essere entrata in porto. Le ho chiesto personalmente se si fosse pentita, e ha risposto che non si è pentita perché doveva entrare in porto, era una necessità, non aveva scelta e non avrebbe sopportato un’altra notte in mare. Ovviamente, è dispiaciuta per l’incidente e l’immagine violenta che ha avuto l’ingresso in porto”. Così, in un’intervista alla stampa diffusa, tra gli altri, da Ansa e Repubblica, Giorgia Linardi ha preso le difese di Carola Rackete sostenendo – nonostante sia stato smentito dalla Procura – lo stato di necessità a bordo della Ong tedesca. La portavoce della Sea Watch ha ribaltato la versione dei fatti, secondo cui la manovra irresponsabile che ha causato l’urto con la Gdf non sarebbe stata effettuata dalla comandante, ma dalla motovedetta.
“Carola ha effettuato le manovre molto lentamente. La motovedetta della Gdf si è infilata nello spazio ridotto tra la nave e la banchina, nel momento in cui la nave stava attraccando. La Gdf era già davanti la banchina, faceva avanti e indietro mentre la Sea Watch proseguiva con la propria manovra. Si trovava verso le fine della banchina, quando la Sea Watch aveva già avvicinato con la prua e la Gdf è rimasta in quello spazio che si sarebbe chiuso”, spiega Linardi. “Crediamo nel fatto che è irresponsabile che, anche quando è stato violato l’alt, sia stata fatta questo tipo di manovra ostruttiva nei confronti di una nave che non ormeggiava per bombardare o per minacciare”, prosegue.
La Linardi ha denunciato come la stessa attenzione avuta nei confronti di Carola non sia stata messa in pratica sul molo, dove si è lasciato, per parecchio tempo, che le persone insultassero la Capitana. “Insultavano i naufraghi, la comandante e l’equipaggio con parole violentissime. Ho chiesto ad uno degli ufficiali presenti se potessimo spostarci da quell’area del porto per mantenere una situazione sicura e sotto controllo. Ma sono stata ignorata e aggredita”, ha concluso la portavoce.
Fonte: Ansa, Repubblica
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