L’arcivescovo di Ferrara e Comacchio, Gian Carlo Perego, ha proposto di intitolare a Carola Rackete il porto di Lampedusa, azzardando un paragone tra lei e Garibaldi.
Carola Rackete è il personaggio del momento. Il suo gesto di ignorare le disposizioni date dal Viminale – prima soccorrendo i migranti in mare, poi fermandosi davanti al porto di Lampedusa e infine decidendo di far sbarcare ugualmente le persone a bordo, dopo 16 giorni in acqua – ha diviso gli animi. C’è chi la critica, chi la difende e chi la sostiene. Chi parla di “dovere morale superiore alla legge”; chi, come Gregorio De Falco – l’ex pentastellato e capitano della Guardia Costiera – ha invece espresso parole di lode parlando di quella di Carola come di una responsabilità nel tutelare sia la nave che le persone a bordo. “È lei l’autorità che deve valutare le reali condizioni, sia poiché possiede tutti gli elementi di valutazione necessari, sia perché ha il dovere di prendere provvedimenti in relazione a quel fine di tutela”, ha detto De Falco. Ma non è l’unica voce di sostegno giunta in suo aiuto.
Sul caso Sea Watch, infatti, è intervenuto anche l’arcivescovo di Ferrara e Comacchio, Gian Carlo Perego. “Alla capitana della ‘Sea Watch’ potrebbe essere dedicato il porto di Lampedusa, un po’ come è accaduto a Comacchio con Garibaldi, braccato dagli austriaci come brigante e assassino cento anni fa, salvato dagli abitanti di Comacchio, al quale è stato intitolato il porto di Comacchio, oggi porto Garibaldi”, ha sostenuto il prelato, come riporta Il Resto del Carlino. Secondo l’ex direttore di Migrantes, “disobbedire alla legge per salvare persone è un principio da una parte cristiano, e fondamentale sul piano umano. Ed è quello che ha fatto questa donna comandante”. Restando in tema, anche Padre missionario Alex Zanotelli ha speso buone parole per la Rackete, proponendo di candidarla al Nobel e paragonandola all’eroina greca Antigone.
Fonte: Il Resto del Carlino