Open Arms l’aveva promesso: “Faremo come Sea Watch”. E “scorta” i migranti fino a Lampedusa

Un barcone con a bordo un gruppo di migranti è stato soccorso vicino a Lampedusa dopo essere stato avvistato al largo della Libia dalla Open Arms. A bordo 40 persone, di cui undici trasferite a Lampedusa, a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza, in quanto avevano urgenza di essere sottoposti a cure mediche.

Barca che va, barca che viene. E nel mezzo, tra il via vai per mare, ci sono le Organizzazioni non governative. Dopo il caso Sea Watch che si è concluso con l’arresto della Comandante Carola Rackete, un altro barcone con 40 migranti a bordo è stato individuato al largo delle coste libiche. A renderlo noto è l’Ansa, che informa che ad individuare il barcone è stata la Open Arms, l’imbarcazione della Ong catalana, che dopo aver avvistato il barcone carico di migranti ha allertato le centrali operative di Malta e Italia.

A bordo, si legge in un tweet della Open, c’erano 40 persone: 4 bimbi e tre donne in gravidanza, in condizioni gravi di disidratazione dopo 3 giorni di viaggio. “Attivate la autorità competenti perché se ne facessero carico”, si legge nel post. Riccardo Gatti, capitano della Open Arms – ospite a “L’aria che tira”, su La7 – aveva palesato la possibilità per la Ong di tornare in mare e proseguire le attività di soccorso, su modello della Sea Watch.

Alla richiesta di soccorso ha risposto l’Italia che ha inviato in zona una motovedetta della Guardia di Finanza. I migranti sono stati recuperati e trasferiti sull’imbarcazione dei finanzieri. Undici di loro sono arrivati a Lampedusa in quanto avevano patologie mediche che richiedevano uno sbarco immediato. Il restante, circa una quarantina di persone, verranno trasferiti in Sicilia, a Pozzallo o Licata.

Anche Alarm Phone – il servizio di soccorso per i migranti in mare – ha rilanciato il tweet della Open Arms spagnola, chiedendo un porto sicuro in Europa.

Intanto, nella notte un altro barchino è approdato sull’isola: a bordo 17 persone, tutte di origine tunisina, che sono state fatte sbarcare e sono state trasferite al centro di Contrada Imbriacola.

 

Fonte: Ansa, Alarm Phone Twitter, Open Arms Twitter, La7

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