Carola Rackete, altra notte ai domiciliari: domani la decisione definitiva

Dopo due ore di interrogatorio, il Gip di Agrigento si è riservata di pronunciarsi sulla richiesta della Procura di affievolire la misura cautelare in divieto di dimora nella provincia di Agrigento.

Carola Rackete arresto - Leggilo

Questa mattina Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, è partita da Lampedusa diretta ad Agrigento scortata da una motovedetta della Guardia di Finanza. Al termine dell’udienza – cominciata alle ore 15.30 nell’aula 9 del Tribunale, al secondo piano, presidiata dalle Forze dell’ordine – e di un interrogatorio durato due ore, il Giudice per le indagini preliminari di Agrigento Alessandra Vella si è riservata sulla sua decisione, che notificherà soltanto domani mattina, informa l’Ansa. Carola Rackete dovrà quindi passare almeno un’altra notte agli arresti domiciliari. La convalida dell’arresto era stato chiesto dal Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, dal suo vice Salvatore Vella e dal Pubblico ministero Gloria Andreoli. Vella aveva richiesto il divieto di dimora nella provincia di Agrigento, quindi anche a Lampedusa; mentre per Patronaggio, come misura cautelare, era stato ritenuto sufficiente il divieto di dimora. “Credevo che la motovedetta si spostasse, non volevo colpirli”, ha detto Carola Rackete dinanzi al Gip.

I reati contestati alla Capitana della Sea Watch sono rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate. Venerdì sera, dopo aver annunciato l’intenzione di entrare in porto – dopo essere rimasta per 3 giorni a un miglio da Lampedusa e 16 giorni, totali, in mare – la comandante ha violato il divieto posto dal Viminale, speronando una motovedetta della Gdf durante l’attracco. Stando a quanto riferito dal suo legale Leonardo Marino, la Rackete sarebbe molto provata per quanto accaduto ma si è detta comunque forte e lucida per affrontare la situazione e ha rivendicato con forza le sue scelte, senza mostrare cenni di titubanza. Non si pente, infatti, di ciò che ha fatto e ribadisce di aver forzato il blocco per uno “stato di necessità” e in particolare per il rischio che i migranti a bordo, dopo la lunga permanenza in mare, potessero compiere gesti autolesionistici, fino al suicidio.

Un arresto criticato dal Presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, che – informa l’Ansa – difende la sua connazionale: “Ci aspettiamo che l’Italia affronti un caso del genere in modo diverso. Coloro che salvano vite umane non possono essere criminali”. A sua volta, Matteo Salvini ha invitato Steinmeir ad occuparsi di ciò che accade in Germania e ad invitare i suoi cittadini ad evitare di infrangere le leggi italiane, rischiando di uccidere uomini delle Forze dell’Ordine italiane. Ugualmente, dalla Francia, sono arrivate critiche al Governo italiano per aver alimentato il dibattito su “argomenti chiaramente molto dolorosi”. Intanto, è stato raggiunto l’accordo tra i cinque Paesi della Comunità sulla distribuzione dei migranti scesi dalla Sea Watch. “È così che dobbiamo lavorare in Europa“, ha commentato il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans. Continua, tuttavia, il flusso di arrivi a Lampedusa: un barcone con a bordo 40 persone è stato segnalato alle centrali operative di Malta e Italia dalla Open Arms, l’imbarcazione della Ong catalana che si trova al largo di Lampedusa. Poche ore prima era giunto un barchino con a bordo 17 tunisini.

 

Fonte: Ansa, Ala News

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