Il PM: “Violenza inammissibile contro la Guardia di Finanza”. Il PD: “Rispetto per la Comandante”

La comandante di Sea Watch Carola Rackete alle 3:00 della scorsa notte è stata arrestata e portata via dalle forze dell’ordine. E’ accusata di aver speronato una motovedetta della Guardia di Finanza che aveva tentato di impedirle l’approdo. Sea Watch non aveva l’autorizzazione ad attraccare.

Il PM critica il comportamento di Sea Watch - Leggilo

Secondo una ricostruzione dell’Ansa gli agenti avrebbero intimato l’alt a Sea Watch ma Carola Rackete non lo avrebbe rispettato. Durante l’avvicinamento, alla banchina una motovedetta classe V 800 della Guardia di Finanza si è posizionata Sea Watch e il molo, provando ad evitare l’attracco della nave spostandosi davanti alla banchina avanti e indietro. A quel punto la Sea Watch entrata di poppa, avrebbe speronato l’imbarcazione delle Fiamme gialle.

La manovra ha portato allo scontro tra le due imbarcazioni. La motovedetta è riuscita a sottrarsi da una stretta impari sfilando tra la nave e la banchina prima di avere la peggio. Alcuni agenti delle Guardia di Finanza hanno dichiarato ad Adnkronos di aver provato “terrore, abbiamo visto venirci addosso un bestione da 600 tonnellate“. Lo scontro è avvenuto poco dopo le 2:00 di notte del 29 giugno, mentre ad Agrigento si riuniva d’urgenza il il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

La motovedetta ha riportato danni seri: la Sea Watch 3 è di ferro, mentre l’imbarcazione della Guardia di Finanza è di vetroresina. La motovedetta ha avuto la peggio, per peso e stazza: Sea Watch la supera di 30 volte circa. La parte inferiore dello scafo è stata seriamente danneggiata. Per gli inquirente è stata una manovra molto rischiosa, che ha messo a repentaglio l’incolumità dei migranti e degli equipaggi a bordo delle due imbarcazioni

Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti“. Sono state le parole di Luigi Patronaggio ‘Procuratore di Agrigento, che accusò il Ministro dell’Interno di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. Entro 48 ore la Procura di Agrigento dovrà chiedere al GIP la convalida dell’arresto. Il Giudice delle Indagini Preliminari ha, a sua volta, 48 ore per fissare l’udienza, che si terrà ad Agrigento, in cui si dovrà decidere se convalidare o meno il provvedimento. Le accuse che i PM le rivolgono sono la violazione dell’ articolo 1100 del codice della navigazione, con una pena massima prevista di 10 anni per chi fa violenza o resistenza nei confronti di una nave da guerra. Altra ipotesi di reato è il tentato naufragio, previsto dagli articoli 110 e 428 del codice penale, quest’ultimo sanzionato con una pena massima di 12 anni.

Durante la sua permanenza in caserma, Carola non è stata sentita; l’interrogatorio di garanzia è previsto nei prossimi giorni. Ora è agli arresti domiciliari presso un indirizzo che lei stessa ha indicato a Lampedusa: è il centro di prima accoglienza per migranti.

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La ragazza ci resterà almeno fino a lunedì, quando potrebbe comparire davanti al Giudice delle Indagini Preliminari di Agrigento per la convalida dell’arresto in flagranza di reato . Secondo quanto si apprende, Carola Rackete non verrà processata per direttissima, come si era detto in un primo momento, ma il caso seguirà le vie ordinarie.

Intanto la delegazione PD rappresentata da Orfini, Faraone, Delrio e Nicola Fratoianni sono scesi dalla Sea Watch esprimendo “Rispetto ed ammirazione” per l’iniziativa della Comandante. Nessun commento, finora, sulla manovra attuata da Sea Watch e sul rischio incorso dagli uomini della Guardia di Finanza.

Fonte: Ansa, Adnkronos, Local Team, Agenzia Vista

 

 

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