Se via mare gli ingressi sono chiusi, non si può dire lo stesso via aerea. Infatti, i velivoli delle Ong decollano da Lampedusa o da Malta per individuare i gommoni carichi di migranti partiti dalla Libia. Una volta avvistati, segnalano la presenza in mare dei barconi alla Ong, e non alle autorità. Per questo, Fratelli d’Italia ha presentato un esposto in Procura a Roma.
Le imbarcazioni delle Ong hanno i porti sbarrati, da quando Matteo Salvini ha messo in pratica le prime disposizioni del Decreto Sicurezza bis per tenere a freno l’immigrazione clandestina. E se alle navi è vietato l’ingresso nelle acque territoriali, agli aerei no. I velivoli delle Ong decollano da Lampedusa per individuare i gommoni dei migranti partiti dalla Libia, poi raccolti in mare dagli attivisti e spesso lasciati in balia delle onde. Secondo quanto riportato da Il Giornale, gli aerei non governativi Colibrì e Moonbird operano stabilmente da Lampedusa e sono state registrate 78 spedizioni effettuate da gennaio agli inizi di giugno, anche due al giorno, con costi altissimi. Di queste 24 sarebbero partite da Malta, altre da Lampedusa. Stando a una testimonianza di un ex pilota militare, questi velivoli “volano tanto, effettuando anche una o due missioni al giorno. La durata è spesso lunga con un costo che può aggirarsi sui 300 dollari all’ora”.
Moonbird, l’aereo di Sea Watch che collabora con l’elvetica Humanitarian pilote initiative, è decollata 49 volte dal primo gennaio al 4 giugno, partendo la maggior parte delle volte da Lampedusa. Solo 15 voli risultano avere come base Malta. Secondo i bilanci di Sea Watch, l’operazione Moonbird ha avuto un costo nel 2017 e 2018 di 622.376 euro, cifra per la maggior parte frutto di donazioni della Chiesa evangelica tedesca. Moonbird ha avuto il primo braccio di ferro con il Viminale il 18 gennaio 2019 quando Alarm phone – il servizio di assistenza per le emergenze in mare – è stato avvertito di un barcone partito dalla Libia. Dopo poco, ha allertato l’aereo per localizzare il gommoncino. Moonbird è partito da Lampedusa, rientrato alla base 4 ore dopo, ed è infine ripartito e atterrato quella stessa sera a Malta. A seguito dell’avvistamento, i piloti hanno mandato le coordinate del barcone alla Sea Watch 3, che ha caricato i migranti in zona Sar libica. Quello che è accaduto dopo, è storia nota.
Quattro giorni più tardi, a partire da Lampedusa è il Colibrì – della Ong transalpina, Pilotes Volontaires – che avvista un gommone con 65 migranti partito dalla Libia. Di nuovo, Sea Watch 3 li carica e punta verso l’Italia. Salvini vieta lo sbarco, ma il 19 maggio il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ordina lo sbarco in porto, sequestra la nave e fa scendere gli immigrati. Il tutto dura poco e l’inchiesta vede indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina solo una persona, il comandante italiano Arturo Centore. Per tutti gli altri nessuna restrizione, neppure per i piloti del Colibrì. L’aereo sarebbe costato 130mila euro, a cui vanno aggiunti i costi per la manutenzione, l’assicurazione, le tasse aeroportuali: circa 80mila euro.
Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, ha presentato in Procura a Roma un esposto per denunciare il caso dei velivoli. Ad informarlo è ancora una volta Il Giornale, che ha lanciato l’inchiesta. L’esposto è stato presentato da Andrea Delmastro delle Vedove, capogruppo Fdi in commissione Esteri, e da Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione del partito. “Esisterebbe documentazione attestante 78 missioni dei veicoli ‘Colibrì’ e ‘Moonbird’ nel periodo intercorrente tra gennaio 2019 e giugno 2019 e i predetti aerei, sebbene di proprietà di altre Onlus, sarebbero a bilancio della Sea Watch. In particolar modo il servizio precisa che i veicoli sorvolano la Sar di competenza libica per poi inviare le coordinate alle navi delle ong e segnatamente alla Sea Watch 3″, si legge nel documento.
Dunque, ancora: “Abbiamo denunciato gli aerei delle Ong che sorvolano il Mediterraneo e comunicano le coordinate non alle Autorità italiane o libiche ma alle stesse Ong, favorendo così l’immigrazione clandestina. Questo crea anche un grave danno nella lotta agli scafisti”. FDI ha chiesto alla Magistratura di effettuare le opportune verifiche su “questo sistema criminale e che vengano sequestrati immediatamente questi aerei. Si tratta a nostro parere di un’associazione a delinquere e come tale deve essere trattata. Su questa vicenda, per la quale abbiamo presentato una interrogazione parlamentare al governo, stride il silenzio del ministro della Difesa Elisabetta Trenta”, conclude.
Fonte: Il Giornale
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