Il Papa ha accolto le dimissioni del vescovo di Carpi Francesco Cavina, causate dalla pressione e dalla gogna mediatica a cui è stato sottoposto negli ultimi tempi. Al suo posto è stato nominato amministratore apostolico l’arcivescovo Castellucci.
Si è dimesso Francesco Cavina, vescovo di Carpi. Al suo posto, informa Avvenire, è stato nominato monsignor Erio Castellucci, amministratore apostolico della Diocesi di Carpi che avrà facoltà e oneri che gli competono secondo quanto previsto dal diritto canonico. “I sette anni di ministero in mezzo a voi sono stati segnati da continui tentativi di delegittimazione, nonché, negli ultimi tempi, da intercettazioni telefoniche a seguito di denunce di presunti reati alla Procura della Repubblica. Queste vicende mi hanno portato, dopo aver molto pregato e chiesto consiglio a persone sagge ed autorevoli, a maturare una sofferta decisione“, si legge nella lettera di dimissioni. “Ho sempre rispettato la Giustizia e i suoi operatori e sempre li rispetterò, peraltro, l’aspetto più doloroso per quanto mi riguarda è che l’intera indagine si è contraddistinta per una diffusione mediatica, in tempo reale, di parte dell’attività degli inquirenti, anche quando si versava in pieno segreto istruttorio. Si è arrivati a pubblicare anche il contenuto di telefonate legate al mio ministero sacerdotale ed episcopale”, prosegue.
Il riferimento è all’inchiesta sugli appalti che ha coinvolto l’allora assessore e vicesindaco Simone Morelli e alcuni dirigenti comunali del PD oltre che lo stesso Cavina. L’inchiesta, poi archiviata perché “il fatto non sussiste”, si è conclusa con un nulla di fatto ma l’ormai ex vescovo non sembra aver digerito le accuse mosse a suo carico e la pressione a cui è stato sottoposto. Per questo, si è dimesso. E il Papa, in un secondo, l’ha sostituito. Nessuno, neanche nell’ambito della Cei – la Conferenza episcopale italiana svoltasi qualche giorno fa in Vaticano – ne ha preso le difese. Nella lettera, si è augurato che la Diocesi possa ritornare ora alla tranquillità necessaria per compiere la sua missione e ha aggiunto che “le dimissioni non sono motivate né da problemi di salute né da scandali né da una fuga di fronte alle mie responsabilità”. Sarebbe stata, quindi, la gogna mediatica a cui è stato sottoposto a far maturare la sua decisione di dare le dimissioni.
In un’intervista di qualche tempo fa rilasciata a Vatican Insider, e riportata da La Stampa, il vescovo aveva dichiarato che la comunità internazionale aveva il tempo di collaborare al progresso e favorire la sicurezza in tutti i Paesi, in particolare in quelli da cui le persone fuggono. “Gli immigrati vanno accolti, e va anche tutelato il loro diritto di restare nel proprio Stato in dignità. I migranti non sono numeri, ma persone e in quanto tali vanno soccorse, accolte e coloro che fuggono da guerre e violenze aiutati a integrarsi nel nuovo contesto culturale di accoglienza“, disse. Il fenomeno delle migrazioni, tuttavia, necessità dell’attenzione di tutta la comunità internazionale in quanto supera le possibilità e i mezzi di molti Stati ed è necessario, disse il vescovo, che l’Italia non sia lasciata sola ad affrontare il problema dell’immigrazione. Prima del diritto ad emigrare, insomma, bisognerebbe garantire il diritto a restare nel proprio paese in condizione di sicurezza e dignità.
Fonte: Avvenire, La Stampa
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