Sea Watch ferma fuori dal porto, autorità italiane a bordo: “Ci impediscono di attraccare”

Nuova notte in mare per i migranti della Sea Watch. L’imbarcazione, bloccata dalla Guardia di Finanza, è ferma a tre miglia da Lampedusa.

Sea Watch ferma Lampedusa - Leggilo

Sembra una partita a scacchi e invece non è un gioco: in mezzo ci sono le vite di 42 persone che sono in mare, da 14 giorni, dopo che questa notte, per loro, è stata l’ennesima trascorsa in balia delle onde. E chi li ha tratti in salvo dice di avere a cuore le loro vite, dice di aver agito per salvarli e dargli una speranza di un futuro: ma le stesse persone che li hanno soccorsi al largo delle coste libiche, sono quelle ferme, davanti al porto di Lampedusa, da giorni, imperterriti. Perché è qui che vogliono sbarcare. E’ in Italia che vogliono entrare. Non importa se la nave batte bandiera olandese e l’imbarcazione è di una Ong tedesca. E’ qui, proprio qui, che vogliono sbarcare. Ma se il Viminale non cede, le cose si complicano.

Sarebbe stata Giorgia Linardi, la portavoce della Sea Watch, ad aver appoggiato la comandante Carola Rackete a forzare il blocco navale imposto da Matteo Salvini. L’attivista dice di aver “a cuore più la salute dei migranti e la loro vita che le conseguenze che gli si ritorceranno contro”. Per questo, rischia una multa, gravi accuse – come di favoreggiamento all’ immigrazione clandestina – oltre che la confisca e il sequestro della nave. Ha sperato, Carola, che decidendo di entrare in acque italiane – violando le disposizioni del Decreto Sicurezza bis – sarebbe riuscita ad entrare e mettere fine alla faccenda. Ma dopo giorni passati al limite delle acque territoriali a chiedere un porto sicuro in cui sbarcare, la decisione di forzare il blocco per avvicinarsi all’isola di Lampedusa non ha cambiato le cose. Si è creata infatti una nuova situazione di stallo e siamo al punto di prima.

Infatti, nessuna decisione è arrivata dal Governo italiano durante la notte e, informa SkyTg24, la nave della Ong ha trascorso l’ennesima notte in mare, ferma a circa tre miglia dal porto di Lampedusa, strettamente controllata dalle motovedette della Guardia di finanza.“Le autorità italiane sono salite a bordo impedendoci di attraccare. Hanno controllato la nave ed i passaporti dell’equipaggio e ora attendono istruzioni dai loro superiori”, ha spiegato la comandante Rackete, aggiungendo: “Io spero veramente che facciano scendere presto i migranti soccorsi”.

Un speranza che però per il momento sembra essere molto vana visto che entrambi i due leader dei due partiti di Governo, Matteo Salvinie Luigi Di Maio, hanno usato parole dure contro la Rackete. Salvini, addirittura, ne ha chiesto l’arresto, mentre Di Maio parla di una Ong che cerca consensi: “Come mai la Sea Watch neanche prova più ad avvicinarsi a Malta o alla Grecia? Non fa notizia. Hanno preferito restare 14 giorni a largo delle nostre coste anziché chiedere a La Valletta, Madrid o Atene lo sbarco”, afferma il pentastellato. Entrambi i leader puntano il dito contro l’Europa. Da Bruxelles, infatti, tutto tace. Chi si è espresso, dopo il ricorso presentato dai migranti a bordo, è la Corte Europea dei diritti dell’uomo che, rigettando la richiesta dei profughi di dover sbarcare, appellandosi ad un loro diritto, ha consigliato tuttavia all’Italia di assicurarne la sicurezza.

Se l’Europa continuerà a dimostrare disinteresse e abbandono verso l’Italia non vorrei dover ricorrere a non identificare più nessun immigrato che arriva, non inserendo i dettagli anagrafici nella banca dati europea, in modo tale che chiunque sia libero di andare dove vuole. A mali estremi, estremi rimedi”, ha detto Salvini. Di fatto, la comandante rischia una multa fino a 50mila euro ed anche l’arresto, nel caso in cui opponga resistenza o venga accusata, cosa probabile, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Chiara Feleppa

Fonte: SkyTg24, Sea Watch Italy Twitter

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