Reggio Emilia, lavaggi del cervello per allontanare bimbi da famiglie: tra gli arrestati il Sindaco

Scandalo a Bibbiano in provincia di Reggio Emilia. Professionisti e funzionari dell’amministrazione, compreso il Sindaco, son accusati di aver allontanato minori dalle famiglie per darli in affido retribuito a conoscenti. Un’inchiesta da incubo, per la quale sono state arrestate 18 persone. Sullo sfondo un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro.

Reggio Emilia, scandalo minori - Leggilo

 

Intercettazioni agghiaccianti che hanno permesso di mettere fine a un meccanismo criminale spaventoso, volto a sottrarre bambini alle proprie famiglie per affidarle a conoscenti dietro retribuzione. Come riferito dall’Ansa, è con questa accusa che 18 persone, tra cui Andrea Carletti, sindaco PD di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, sono state raggiunte da misure cautelari. E nell’ordinanza firmata dal Gip, Luca Ramponi, che ha diretto l’indagine chiamata “Angeli e Demoni” su questi affidamenti illeciti di minori, che emergono alcuni dialoghi al limite dell’incredibile.

Protagoniste sono psicologhe, assistenti sociali e una coppia di affidatari, tutti finiti sotto inchiesta, assieme a una piccola vittima, una bambina che non comprende perché non possa più frequentare i suoi genitori. È l’obiettivo di queste persone nei confronti di questa bimba sembra emergere in modo chiaro.

Come riportato dalla Gazzetta di Reggio, nell’ottobre 2018 questa minore fa emergere i proprio desiderio di tornare con i propri genitori naturali: “Non mi ricordo perché non li posso più vedere”. La psicologa non esita un attimo a risponderle: “Ma non ti ricordi che hai detto che (tuo padre, ndr) non lo volevi più rivedere? Io ricordo questo”. Non però la bimba che replica: “Non ho detto questo. Non ho detto che non volevo vederlo”.

E l’affidataria interviene: “Sì, hai detto che non volevi vederlo perché avevi paura che ti facesse del male… che si potesse vendicare… o che ti potesse portare via. Ti ricordi la paura che hai sentito. Te la ricordi adesso?”, seguita subito da psicologa: “Quello che tu dirai al giudice il tuo papà non lo saprà, neanche la tua mamma”. Ed ancora una psicoterapeuta: “Forse sono io che mi ricordo male, ma quando ti hanno detto che non avresti più visto il tuo papà tu eri contenta, te lo ricordi?”. Ma la bambina, pur avendole instillato il dubbio, non cede: “Non mi viene in mente, non mi ricordo di aver detto così”.

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Ed allora di nuovo l’affidataria: “Guarda che non c’è niente di male! Perché se tu hai vissuto una situazione che ti hanno fatto stare tanto male… d’accordo, tu come bimba puoi dirlo che stai proprio male e che non hai voglia di star male così (…) – l’intervento dell’affidataria – Sono gli adulti che si occupano dei bambini, non viceversa. Non è che se tu hai detto che stavi tanto male e non volevi più vederlo sei una brutta bambina”. “Tu vorresti incontrarli?”, la domanda della psicoterapeuta. E la piccola: “Mi piacerebbe – la risposta della bambina – anche per rivederli, anche fisicamente. Ogni tanto mi capita di piangere perché mi mancano gli abbracci del papà”.

L’indagine dei Carabinieri di Reggio Emilia

Sono le tracce di un sistema criminoso che faceva addirittura uso di elettroshock, chiamati “macchinetta dei ricordi”, al fine di alterare “lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari” dei bambini. Tutto questo è stato smantellato dai Carabinieri di Reggio Emilia, i quali hanno eseguito le misure cautelari nei confronti di 18 persone.

Una di esse è il sindaco PD di Bibbiano, Andrea Carletti, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di abuso d’ufficio, così come la responsabile del servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della Val d’Enza, una coordinatrice del medesimo servizio, un’assistente sociale e due psicoterapeuti della Onlus torinese. Secondo gli investigatori – scrive il Fatto Quotidiano – il sindaco Carletti sarebbe stato fondamentale per dare “copertura” alle attività illecite, grazie ai suoi contatti politico-amministrativi, ma anche con l’autorità giudiziaria minorile. Nel disporre le misure cautelari per il pericolo di reiterazione del reato, il GIP descrive così gli indagati: “La loro percezione della realtà, della propria funzione, è totalmente pervertita e asservita al perseguimento di obiettivi ideologici non imparziali”. Carletti era stato recentemente rieletto con il 79% delle preferenze.

Altre otto misure interdittive – divieto temporaneo di esercitare attività professionali – sono state eseguite a carico di otto dirigenti comunali, operatori socio-sanitari ed educatori. In tutto sono finiti sul registro degli indagati 27 nomi, tra i quali risulta anche Fausto Nicolini, direttore generale dell’Ausl di Reggio Emilia.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia, Valentina Salvi, mette sotto accusa i servizi sociali della Val D’Enza, accusati di aver redatto false relazioni per allontanare bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti. In tutto, i reati attribuiti alle persone destinatarie delle misure cautelari sono, a vario titolo, frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.

Fonte: Ansa, Gazzetta di Reggio Emilia, TG3, Fatto Quotidiano

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