Potrebbe intervenire la Magistratura a risolvere il caso della Sea Watch, confiscando la nave in quanto “corpo del reato” di favoreggiamento all’immigrazione clandestina di cui è accusata la capitana, Carola Rackete. Ma il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio non avrebbe alcuna intenzione di procedere.
L’Europa sembra essersi palesata, in questo scenario di scontro che vede contrapposti da un lato il Governo italiano, dall’altro la nave Sea Watch. L’imbarcazione, della Ong tedesca, batte bandiera olandese ma è in Italia che vuole entrare, come ha provato a fare poco fa salvo essere poi bloccata dalle autorità che le hanno intimato di spegnere i motori. E se da un lato la Commissione UE sarebbe già in trattativa con gli Stati membri per smistare i profughi a bordo, solo dopo sbarcati, dall’altro Matteo Salvini non avrebbe nessuna intenzione di cedere un porto. Al Viminale, anzi, i nervi sarebbero tesi e questa volta il leghista non è solo: ad appoggiarlo c’è il Premier Giuseppe Conte – che si è detto infastidito dall’atteggiamento della capitana Carola Rackete e dal ricorso presentato in Procura qualche ora fa – e anche il pentastellato Di Maio sembra non aver gradito la presa di posizione dell’imbarcazione. Il gesto della Rackete, tra l’altro, potrebbe avere gravi conseguenze di non poco conto: le accusa a carico della capitana, che sarebbe già scattata a suo carico, è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma c’è anche una multa da saldare, circa 50mila euro; in più, la nave potrebbe essere sequestrata.
L’ultima ipotesi, però, è incerta. Come informa Il Corriere, infatti, il nuovo decreto sicurezza prevede che il prefetto possa ordinare il sequestro solo in caso di reiterazione del reato. Non è questo il caso, visto che è la prima volta che Sea Watch forza un divieto. Potrebbe, però, intervenire la Magistratura ritenendo la nave “corpo del reato“. Anche in questo caso, il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio non avrebbe alcuna intenzione di procedere: pertanto, resta il divieto di approdo ma il via libera delle autorità, ha ribadito Salvini, non verrà dato né ora né mai. Dunque, per sbloccare la situazione rimane la via diplomatica.
Fonte: Corriere