Luca Casarini: “La comandante della Sea Watch trattata da criminale, pagheremo noi la multa”

L’ong italiana Mediterranea, attraverso le parole dell’attivista Luca Casarini, di fatto ha appoggiato la manovra “fuorilegge” della nave umanitaria che forzando il blocco del Viminale si sta dirigendo verso Lampedusa.

Casarini aiuterò Sea Watch - Leggilo

 

Carola Rackete ha fatto ciò che aveva detto di voler fare da giorni. Alla fine si è opposta alle disposizioni date dal Viminale e ha forzato il blocco navale, decidendo di entrare lo stesso in acque italiane e dirigendosi, nelle ultime ore, verso Lampedusa. A dare sostegno ai migranti e alla Capitana c’è il PD, una cui delegazione si recherà, questa sera, sull’isoletta per assicurarsi che lo sbarco avvenga con modalità corrette. Ma c’è anche l’attivista Luca Casarini che, come informa Il Giornale, ha commentato la questione a sostegno della comandante: Diamo il massimo sostegno a Carola Rackete, il comandante della Sea Watch che ha deciso di approdare a Lampedusa in quanto responsabile delle persone salvate. Stiamo già raccogliendo i soldi per pagare l’eventuale multa. Vale più una vita umana”, ha affermato all’Adnkronos. Quanto alla sentenza della Corte europea che ha respinto il ricorso presentato dai migranti: “è poco coraggiosa, un prendere tempo: usa il pretesto di dire ‘sono in acque internazionali’ ma sostiene di dare assistenza alle persone. E’ una sentenza alla Ponzio Pilato, come se non ci fossero convenzioni internazionali. Ma i naufraghi devono approdare nel porto sicuro più vicino: è evidente che quello di Tripoli non lo è. Il porto più vicino rispetto a dove sono stati salvati i migranti in acque internazionali secondo le convenzioni è Lampedusa”.

Secondo Casarini, la Convenzione di Amburgo prevede il soccorso per chi è in difficoltà e questo finisce quando i naufraghi vengono assicurati a un luogo dove vengono rispettati i diritti umani, dove viene fornita assistenza e cura. “Andare da un’altra parte avrebbe voluto dire violare questo trattato. Inoltre, secondo l’articolo 33 della Convenzione di Ginevra, non si possono respingere i migranti di guerra. Le convenzioni internazionali hanno valore di rango costituzionale: c’è una gerarchia di leggi da rispettare. Siamo in un mondo alla rovescia dove chi salva vite viene accreditato come il colpevole”, conclude.

Fonte: Il Giornale

Gestione cookie