Sea Watch, missione compiuta: migranti in Italia e una montagna di soldi in donazioni

Quanto è costata la Sea Watch 3? Paghe degli equipaggi, assicurazioni, multe, tasse portuali, carburante. Nel 2018 l’ammontare delle spese è stato di 304.069,65 euro, cifre sostenute dalle donazioni.

Sea Watch costi - Leggilo

E’ scontro politico dopo la decisione di qualche ora fa della capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, di entrare in acque italiane. Le accuse che potrebbero pesare a suo carico sono diverse: da favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, a traffico illegale di esseri umani, oltre che una multa – circa 50.000 euro – che dovrà pagare e la confisca e il sequestro dell’imbarcazione della Ong tedesca e che batte, però, bandiera olandese. Questa mattina – dopo che sono andate deluse le speranze di aver accolto il ricorso presentato dai migranti alla Corte europea dei diritti dell’uomo – Rackete aveva lanciato una raccolta fondi chiedendo di essere aiutata “per salvare i diritti umani”. Poi ha forzato il blocco dirigendosi verso Lampedusa.

E mentre ci si scontra su cosa fare, e dal Viminale arrivano secchi rifiuti, possiamo fare due conti. Secondo quanto riporta Il Giornale, la nave ha un costo non da poco. Nel 2018 è costata, sommando i lavori in cantiere dell’anno prima e l’acquisto di due gommoni, oltre un milione e mezzo di euro. Vanno aggiunte le spese per gli equipaggi e il personale a Berlino e Amburgo che raggiungono 304.069,65 euro. Il tutto, per soccorrere 5mila persone in un intero anno. E anche le spese legali – sostenute dopo il sequestro a Malta – sono costate oltre 31mila euro. Per il 2019 i costi aumentano considerando le multe previste dal Decreto Sicurezza bis. La nave, a parte le paghe degli equipaggi, è costata 784.210,41 euro, il 55,9% dei costi totali.

La cifra viene sostenuta dalle donazioni, arrivate fino al 31 ottobre 2018 a 1.797.388,49 euro una cifra che ha presumibilmente sfiorato i due milioni di euro. E, in tal senso, la pubblicità aiuta. Inoltre, l’imbarcazione ogni volta che viene sequestrata cambia comandante per evitare l’aggravante della reiterazione del reato. Vanno aggiunti i costi degli equipaggi e degli attivisti – che ammonta a 61.980,36 euro, ma anche quelli dell’assicurazione, degli ormeggi e delle tasse portuali. I sostenitori dell’accoglienza hanno speso quasi 100mila euro. La lista è lunga: vanno aggiunti i viveri per equipaggio e migranti, 36.456,76 euro; le telecomunicazioni, comprese quelle satellitari, 22.661,23 euro;il carburante diesel, 80mila euro; manutenzioni e riparazioni per oltre 77mila euro. Ci sono poi i 192mila euro per il mantenimento del certificato di classe di navigazione e dei diritti di garanzia di Sea Watch 3.

Fonte: Il Giornale, You Hate We Donate Twitter

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