Mentre 37 naufraghi sono stati tratti in salvo dalle autorità maltesi, la Sea Watch 3 resta in mare al largo di Lampedusa, ormai da 11 giorni. I migranti avrebbero fatto appello alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Secondo quanto informa l’Ansa, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha ricevuto venerdì sera una richiesta di “misure provvisorie” da parte dei naufraghi della nave Sea Watch 3, l’imbarcazione battente bandiera olandese della Ong tedesca. A bordo 41 migranti, in mare da circa dodici: e nulla sembra muoversi. Un portavoce della Corte di Strasburgo ha riferito che la Corte ha posto diverse domande alle due parti – Governo italiano e la Sea Watch – a cui dovrebbero rispondere entro oggi. Come ha affermato la portavoce Giorgia Linardi, il ricorso urgente alla Corte dei diritti umani è stato fatto non dall’organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo, che si appellano al volere di vedere rispettati i propri diritti. “In particolare, il ricorso è stato fatto in riferimento all’art.3 del CE.DU. che descrive quello a bordo come un trattamento inumano e degradante e si chiede quindi alla Corte di indicare all’Italia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette in questo momento nell’interesse della tutela della loro dignità”, afferma Linardi in un video.
Intanto, Salvini ribadisce la responsabilità dell’Olanda al riguardo: “L’Unione Europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, Ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l’altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto”, commenta su Facebook il capo del Viminale.
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Proprio questa notte, Matteo Salvini ha scritto al Ministro dell’Interno olandese Kajsa Ollongren, per esprimere “incredulità circa il disinteresse di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare. Riterremo il governo olandese, e l’Unione Europea assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa”.
Sea Watch, un’altra persona sbarcata
Sea Watch ribadisce di essere stata sola: “Ancora una volta lascia allibiti il silenzio assordante dell’Europa”, scrive in tweet di pochi minuti fa la Sea Watch, “un silenzio più assordante di quello italiano”:
“Ancora una volta lascia allibiti il silenzio assordante dell’Europa. Un silenzio addirittura più pesante del catenaccio italiano”.#SeaWatch@AngiKappa 👇🏼https://t.co/X6gKzZNAwl pic.twitter.com/G3dZuDAoeT
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 24, 2019
Le autorità, informa ancora Sea Watch, sono intervenute sull’imbarcazione solo quando una persona si è sentita male. Un episodio che anche Beppe Caccia, armatore della Mare Jonio, ha commentato con un Tweet parlando dei migranti come di ostaggi del Governo italiano e di quelli UE:
Voi dove eravate in questa prima #domenica d' #estate? 42 persone, insieme all'equipaggio della #SeaWatch3, sono ancora al largo di #Lampedusa ostaggi del Governo italiano e degli altri governi UE.#fateliscendere @SeaWatchItaly @RescueMed https://t.co/SNk2LrovdW
— Beppe Caccia (@beppecaccia) June 23, 2019
“Salutiamo con favore il fatto che l’Italia abbia proceduto a sbarcare un certo numero di persone dalla Sea Watch 3 per ragioni di salute. Serve una soluzione per le persone ancora a bordo”, ha commentato il fatto la portavoce della Commissione Europea Natasha Bertaud, commentando la vicenda della nave durante l’incontro con la stampa a Bruxelles. La Commissione non avrebbe ancora ricevuto richieste che rientrino nell’ambito delle sue competenze e ha invitato gli Stati membri a collaborare per sbloccare la situazione. “Continuiamo a seguire attentamente la situazione – prosegue la portavoce – per la Commissione questo dimostra che c’è bisogno urgente di soluzioni prevedibili e sostenibili nel Mediterraneo. La Commissione ha esortato gli Stati membri a concordare accordi temporanei sugli sbarchi, per assicurare una maggiore prevedibilità per tutti coloro coinvolti nelle operazioni di ricerca e soccorso”.
37 migranti salvati da Malta
Mentre la situazione della Sea Watch resta ferma, un’altra imbarcazione in difficoltà nel Mediterraneo è stata soccorsa dalle unità di Malta. A lanciare l’allarme è stata la Ong Alarm Phone che ha scritto, in un tweet di questa notte: “Circa due ore fa siamo stati chiamati da una barca in pericolo nella zona SAR maltese. La barca era partita dalla Libia più di 23 ore fa e trasportava circa 40 persone. Abbiamo avvisato le autorità maltesi poco dopo, alle 22.30”:
About two hours ago, we were called by a boat in distress in the #Maltese #SAR zone. The boat had left from #Libya over 23 hours ago and carries approx. 40 people. We alerted the Maltese authorities shortly after, at 22.33h CEST. We remain in direct contact with the boat. pic.twitter.com/bhXERtPrbC
— @alarmphone (@alarm_phone) June 22, 2019
Qualche ora dopo, la notizia del salvataggio: “Alle 8.33 le autorità maltesi hanno confermato il soccorso: 37 persone sono state salvate e saranno portate a Malta. Speriamo che non ci siano stati morti. Dopo aver parlato con loro durante la notte, siamo sollevati che siano stati finalmente trovati. Benvenuti in Europa”, si legge nel tweet:
At 8.33h CEST the #Maltese authorities confirmed to us the #RESCUE of the boat! 37 people were rescued & will be brought to Malta. We hope there were no fatalities. After speaking with them throughout the night we are relieved that they were finally found. Welcome to #Europe!
— @alarmphone (@alarm_phone) June 23, 2019
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