Il Papa le vuole più moderne, loro non cedono: 34 suore abbandonano l’ordine

Un conflitto sorto tra un ordine di suore, le Piccole Sorelle di Maria, Madre del Redentore, ed il loro vescovo in Francia si è esteso fino ad arrivare al Vaticano. La Congregazione è stata accusata di essere troppo tradizionalista e, di fronte all’obbligo di un ammodernamento, è stato proposto il commissariamento. 34 delle 39 suore, però, hanno richiesto di essere esonerate dai loro voti.

Papa chiude ordine suore - Leggilo

Troppo tradizionaliste e poco in sintonia con la nuova teologia della vita consacrata”: sono queste le accuse rivolte alle Piccole Sorelle di Maria Madre del Redentore, giovane congregazione religiosa sorta nel 1939 – quando un gruppo di giovani si è riunita in comunità – nel 1989 vengono riconosciute come istituto religioso dall’allora vescovo di Laval, Louis-Marie Billé. L’attività delle suore varia dalla gestione di case di riposo, all’insegnamento del catechismo, all’ospitalità e all’accoglienza. Attività che si alternano ad ore di preghiera intensa, adorazione eucaristica e liturgia tradizionale. Le Piccole Sorelle celebrano la messa in rito antico e indossano il guimpe, il copricapo di origine medievale che incornicia il viso e copre il petto e le spalle.

Nel 2010, però, cominciano i conflitti: a Laval, infatti, il nuovo vescovo Thierry Scharrer decide di togliere alla comunità delle religiose la gestione della casa di riposo. Intanto a Roma la Congregazione che si occupa degli istituti religiosi, guidata dal cardinale brasiliano Joao Braz de Aviz, è diventata scettica nei confronti degli ordini di frati e suore troppo legati alla Tradizione e per questo le Piccole Sorelle di Maria Madre del Redentore vengono sottoposte ad ispezioni, invio di commissari e diktat. Alle suore sarebbe stata rimproverata proprio dal Vaticano la “troppa preghiera“.

L’associazione nata in sostegno alle suore, Soutienpsm, sostiene che il pontificato di Papa Francesco stia facendo passare in second’ordine la preghiera e la liturgia rispetto all’utilità sociale e a iniziative pro-migranti. “Gli amici di lunga data delle Piccole Sorelle e di Madre Maria della Croce si sono uniti per dire quanto siano toccati da questa incomprensibile situazione e da queste gravi misure che pesano contro la Congregazione”, si legge sul sito di Soutienpsm. “La Chiesa Cattolica è criticata e attaccata da tutte le parti, siamo scioccati da queste misure che destabilizzano una Congregazione di religiosi che aspirano solo a vivere fedelmente il carisma della loro fondatrice al servizio della Chiesa e in perfetta comunione con essa”, prosegue il testo.

La reazione delle suore

L’obiettivo è giungere ad una soluzione equa e a una conciliazione delle parti. Ma il Vaticano ha dato un ultimatum: accettare una superiora-commissario indicata da Roma o uscire dall’ordine. La nuova superiora imposta è suor Geneviève Médevielle, religiosa che veste con abiti laici. Docente di Etica all’Istituto cattolico di Parigi, è autrice di un libro: “I migranti, Francesco e noi”. Tuttavia, 34 delle 39 suore di Laval hanno respinto il commissariamento e chiesto di essere sollevate dai loro voti nell’Istituto. La speranza era di spingere i responsabili in Vaticano a fare marcia indietro, e invece la loro richiesta è stata accettata. La conseguenza? L’ordine è andato distrutto e le suore hanno annunciato l’intenzione di intraprendere un’azione legale contro le autorità ecclesiastiche per molestie morali e diffamazione.

Le Piccole Suore di Maria madre del Redentore sono state infatti incolpate di avere problemi gravi di governo e di immobilismo; di disconoscenza della nuova teologia della vita consacrata; di eccessiva preghiera; di autoritarismo deviante e di altri gravi accuse, respinte dalle suore come false ed inventate. Le suore avevano prima fatto appello al Tribunale supremo di giustizia nella Chiesa, la Segnatura, gestito dal diplomatico Mamberti che ha tuttavia confermato la sentenza del Dicastero. Così, hanno rifiutato l’ultimatum del commissariamento e hanno reso pubblico, in una nota riportata su Stilum Curiae, la loro decisione:

“Il 17 settembre 2018, il Cardinale Prefetto della Congregazione per i Religiosi, Mons. Braz de Aviz, ci ha scritto un ultimatum: o accettiamo il Commissario “senza riserve”, o non lo accettiamo, nel qual caso il la legge prevede che potremmo essere licenziati dall’Istituto”, si legge. Pertanto: “Dopo aver acquisito la certezza morale che l’accoglienza del commissario apostolico all’interno del nostro Istituto causerebbe un danno grave e certo; dopo aver proposto molte volte soluzioni di appeasement, senza che ci sia stata data alcuna risposta; dopo aver pregato molto – prosegue la nota – “ci è sembrato che non avessimo altra scelta che rinunciare ai nostri voti. Siamo quindi 34 su 39 suore, che sono coinvolte nell’Istituto, ad aver chiesto di essere sollevate dai nostri votii dal Dicastero per i religiosi. Non facciamo questo sacrificio alla leggera: desideriamo rimanere in piena comunione con la Chiesa, ma non possiamo dimostrare più chiaramente, né più dolorosamente, la nostra impossibilità, in coscienza, ad obbedire a ciò che è imposto”.

Fonte: Soutienpsm, Stilum Curiae,

Gestione cookie