Mauro Moretti, ex Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e di Rete ferroviaria italiana, è stato condannato in Appello a 7 anni di reclusione per il disastro di Viareggio, in cui persero la vita 32 persone.
Erano le 23.48 del 29 giugno 2009 quando la stazione di Viareggio divenne luogo di un terribile disastro ferroviario. Morirono 32 persone e rimasero ferite 25. L’incidente fu causato dal deragliamento del treno merci 50325 Trecate-Gricignano e dalla fuoriuscita di gas da una cisterna contenente Gpl. L’incendio fu di vastissime proporzioni e lo scoppiò provocò il crollo di diversi edifici e il danneggiamento di molti altri.
Come informa l’Ansa, Mauro Moretti – ex Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e di Rete ferroviaria italiana – è stato condannato dalla Corte d’Appello di Firenze a scontare 7 anni di reclusione, confermando la sentenza di primo grado. Le accuse a suo carico sono di disastro, omicidio plurimo colposo, incendio e lesioni colpose. Per lui, la Procura Generale di Firenze aveva chiesto 15 anni e 6 mesi di carcere. La prescrizione, – scattata nel maggio 2018, ricorda TgCom24 – a cui Moretti aveva rinunciato per “rispetto delle vittime” – è stata considerata ed equivale ad uno sconto totale di sei mesi. Infatti, la Procura Generale, nella requisitoria, aveva evidenziato “l’obbligo legale di applicare la prescrizione in modo lineare a tutte le posizioni in caso di riforma della sentenza di primo grado”.
Nel Processo di primo grado a Lucca, conclusosi il 31 gennaio 2017 con 23 condanne e 10 assoluzioni, Moretti era stato assolto come ex a.d. di FI., mentre Michele Mario Elia, in qualità di ex ad di Rete ferroviaria italiana, ha subito una condanna a 7 anni e 6 mesi, come Vincenzo Soprano, ex a.d. di Trenitalia. In particolare, il Pm di Lucca Savatore Giannino si era soffermato sulle condizioni del carro, la cui rottura provocò la strage, e sui mancati controlli sui fornitori dei mezzi rotabili. Le richieste di condanna furono indirizzate anche agli imputati tedeschi e austriaci, amministratori e tecnici di Gatx Rail Austria – la società titolare del carro che prese fuoco – e Officine Jugenthal di Hannover, dove fu fatta la manutenzione dell’asse del vagone spezzatosi prima dell’incidente.
Oltre a Moretti, la Corte ha confermato le condanne anche Michele Mario Elia, ex Amministratore delegato di Rfi, e Vincenzo Soprano, ex Amministratore delegato di Trenitalia, a sei anni con l’accusa di omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario. Giulio Margarita, ex dirigente della direzione tecnica di Rfi e oggi dirigente dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, condannato a sei anni e mezzo in primo grado, è stato invece assolto in quanto “il fatto non sussiste”.
La nomina di Matteo Renzi
L’inchiesta sul disastro di Viareggio non cambiò i rapporti tra Moretti e Matteo Renzi. Nel 2014, il primo venne nominato dall’ex Premier Matteo Renzi Amministratore delegato di Finmeccanica – dal 2017 rinominata Leonardo S.p.A – insieme a Claudio Descalzi all’Eni e Francesco Starace all’Enel. Una scelta di cui Matteo Renzi non si è mai detto pentito, nonostante la strage: “Farei di nuovo la nomina dell’amministratore delegato dell’Eni, dell’Enel, di Finmeccanica”, disse ospite in Rai a “Carta Bianca”. Il Governo renziano scelse Moretti nel 2014 per la guida del gruppo aerospaziale lasciando da parte Alessandro Pansa. A marzo, il Governo Gentiloni sostituì Moretti con Alessandro Profumo, incarica dal 16 maggio.
La nomina a Finmeccanica, però, si lega al taglio degli stipendi dei manager pubblici che in quel periodo il Governo PD stava avviando. Moretti sedeva ancora sulla poltrona di Ferrovie dello Stato e a marzo 2014, informa l‘Adnkronos, dichiarò espressamente che se gli fosse stato tagliato lo stipendio avrebbe mollato la sedia. “Prendo 850mila euro l’anno, il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezza tanto. Siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire per poter fare sì che i manager bravi vengano dove ci sono imprese complicate e dove c’è del rischio ogni giorno da dover prendere”, commentò Moretti secondo cui chi gestisce un’impresa che fattura oltre 10 miliardi di dollaro l’anno non sarebbe potuto essere retribuito meno del Presidente della Repubblica. Nonostante Renzi dichiarò esattamente l’opposto – e cioè che il Presidente della Repubblica, in Usa, Germania, Francia e anche Italia prende meno dei manager – fu l’ex di Fi ad averla vinta.
Così, un mese dopo, Renzi lo scelse per guidare Finmeccanica, non soggetta a quei limiti di budget. Per questo, facendo due conti, nel 2014 il manager ha potuto guadagnare – per i sette mesi e mezzo in cui ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato e quello di direttore generale – 1,44 milioni di euro. Cifre importanti, che fanno pensare ad altre prebende e privilegi, dove il “nuovo” assomiglia tanto al “vecchio”. Il predecessore di Moretti, Alessandro Pansa, invece, ha percepito nel 2013 una busta paga di 1,468 milioni. Nei primi quattro mesi e mezzo del 2014, invece, ha ricevuto 407mila euro, pari a 90.444 al mese, contro una media di 192.267 per Moretti. Non da meno la buonuscita di 5,45 milioni intascati a fine mandato.
A fare un quadro degli stipendi dei manager è stato Il Sole 24 ore. Il quotidiano ha fatto notare che la remunerazione massima del numero uno dell’azienda possa arrivare a un massimo di 2,28 milioni lordi l’anno, suddivisi tra 920mila euro di fisso, 1,28 milioni di bonus massimo e 80mila euro di gettone da consigliere. “Ma, nei fatti, a fronte di uno stipendio fisso identico Pansa non ha ricevuto alcun bonus mentre Moretti se ne è visto riconoscere uno di 797mila euro”.
Chiara Feleppa
Fonte: Ansa, Adnkronos, Sole 24 ore, Rai, Tgcom24