Emanuele, i funerali nel giorno del suo compleanno: “Ciao papà”

Emanuele Anzini, Carabiniere, era in servizio ad un posto di blocco quando è stato investito e trascinato per 50 metri da un’auto in corsa. Alla guida, un cuoco con dei precedenti.

Funerale Emanuele Anzini - Leggilo

Martedì 18 giugno avrebbe compiuto 42 anni. Invece, per Emanuele Anzini è stato il giorno del suo funerale. Appuntato di origini abruzzesi, è morto durante il turno di notte, mentre era in pattuglia ad un posto di blocca per le strade di Bergamo. Alla guida, c’era un cuoco a cui era già stata ritirata la patente per aver causato un sinistro qualche anno fa. Per il Carabiniere nulla da fare. L’uomo è morto sul posto e i tentativi dei sanitari di rianimarlo sono stati inutili. La salma è giunta a Sulmona, paese d’origine, scortata dai Carabinieri. Ad attenderla, informa l’Ansa, c’erano i familiari, la madre, la sorella e la figlia. La camera ardente è stata allestita nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice dove hanno fatto visita tantissime persone. Tra i primi ad arrivare il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Nazareno Santantonio, ma anche il Comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri. Il funerale di Stato è stato celebrato della cattedrale di San Panfilo dal vescovo Michele Fusco.

Un giorno ci rivedremo papà, prenditi cura di me anche quando entrerò nell’esercito. Quelle maledette 2.53 hanno portato via un pezzo del mio cuore. Purtroppo non ti ha salvato l’esperienza, ma ti ha ucciso l’ignoranza. Per questo combatterò. Il mio sogno è fare ciò che facevi tu”. Sono state queste le parole della figlia, Sara, disperata e in lacrime di fronte ad una folla piena di persone. La ragazza, 18 anni, studentessa all’Itcg, avrebbe dovuto sostenere a breve l’esame di maturità ed era rimasta a Sulmona in attesa di un trasferimento del padre nella città d’origine. Presenti alle esequie il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, Nistri e ovviamente gli amici, i conoscenti e gran parte dei residenti della zona. “Lele come lo chiamavano i suoi colleghi non è stato nè un santo né un eroe, ma un ragazzo per bene. Lele era l’uomo delle scelte. A 20 anni ha fatto una scelta che a quell’età non tutti fanno, ha fatto una scelta di donarsi allo Stato alla Nazione, ai cittadini. Ha fatto la scelta di essere un volontario della croce rossa. Alle 2,53 dell’altro ieri ha fatto un’altra scelta, la scelta definitiva, la scelta che fa capire che uomo, che militare che ragazzo era Lele”, ha commentato Nistri. “Il suo esempio sarà una guida per tutti noi. Se c’è da chiudere questo intervento lo chiude con un grazie ad Emanuele Anzini, grazie perchè ci ha ricordato la gravosa e difficile bellezza di essere un Carabiniere, la difficile e gravida bellezza di dedicare la propria vita agli altri”, ha concluso.

Come informa Il Messaggero, numerosi messaggi di cordoglio sono arrivate da parte delle Istituzioni: dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente della Regione Marco Marsilio, alla senatrice Stefania Pezzopane. Ma anche il Presidente della Camera Roberto Fico, il gruppo dei parlamentari 5 Stelle della commissione Difesa, e il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta che ha commentato su Facebook: “Emanuele stamattina non è tornato a casa. Emanuele stanotte aveva indossato i suoi stivali e la sua divisa da radiomobilista fiero… Dicono che quelli della radiomobile sono i migliori e risolvono sempre un sacco di casini per strada…Quella stessa strada stanotte ce lo ha portato via. Emanuele non indosserà più i suoi stivali e non accarezzerà più sua figlia. Lui era un eroe nel suo quotidiano servizio, nella sua fierezza, nel suo dovere.
Ricordiamolo ogni volta che un Carabiniere ci soccorre o magari ci ferma per un controllo, è lì per noi, a costo della sua vita!”

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Fonte: Il Messaggero, Ansa, Elisabetta Trenta FB

 

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