Greta Thunberg, come può avere una pagella perfetta se ha saltato la scuola?

La stampa svedese ha pubblicato la pagella di Greta Thunberg. La ragazzina ha avuto quattordici A, ossia il massimo dei voti, su diciannove materie. Nelle altre – svedese, ginnastica e scienze del consumo – Greta ha preso B, equivalente al nostro 9.

Greta Thunberg pagella ottima - Leggilo

Assenze a scuola in nome di un ambiente più sano e pulito. Scioperi, manifestazioni, e battaglie dal sapore green per lottare in nome della lotta allo spreco e all’inquinamento ambientale. La vita di Greta, 16 anni, è la vita di una star. Solo che a far chiacchierare, questa volta, non sono le riviste di moda o i programmi televisivi ma un’azione morale, etica, “bio”. Un’azione che a primo impatto fa stupire, ci rende visibilmente sorpresi, ci fa tirare un sospiro di sollievo e pensare che non tutto è andato perso se c’è ancora chi, in adolescenza, si batte in nome di valori e ideologie. Invidiabile che una ragazzina pensi a una causa tanto alta, invece che a giocare con le bambole o a pettinarsi i capelli. Invidiabile che pensi ad un modo per salvare il pianeta più che ad uscire con le amiche e mangiare pap-corn al cinema.

Poi ci si ferma un momento e quando la si vede in giro per il mondo, al Senato, ricevuta dal Papa, si rimane perplessi. Ci si chiede come mai, dalla Svezia, il suo nome sia diventato famoso in tutto il mondo. Come mai la vogliono candidata al Nobel e come mai nessuno prima di lei abbia pensato ad una causa così giusta. Come mai Greta Thunberg può puntarci il dito contro accusandoci di essere umani sporchi e cattivi che uccidono il mondo. Come mai può prendersi il lusso di dire che tutto è esattamente come dice lei salvo poi, alla domanda di un professore – che almeno per rispetto dell’età andrebbe quanto meno considerato – rifiuta e viene portata via da chi la protegge. Come mai di Greta restano le treccine, gli occhi sbarrati e poi, praticamente, l’aria pulita solo a parole. Come mai Greta Thunberg è l’idolo delle femministe, cosa c’entrino le femministe con lei, cosa c’entri il Senato con lei, cosa c’entri la politica con lei. Perchè se il mondo è in pericolo e se lei è un’avversaria vera per chi ha messo in pericolo il mondo qualche problema lei dovrebbe avercelo nell’avvicinare i Palazzi del potere: i luoghi dove le decisioni sono state prese o, almeno non ostacolate.E invece no: è tutto un srotolarsi di tappeti rossi. Delle due l’una: o considerano la ragazzina innocua, un prodotto alla moda da blandire in attesa che si sgonfi, o stanno prendendo in giro noi, fingendo di ascoltare Greta per tener buoni quelli che la seguono.

Vogliono farci credere che la sua sia una vita normale anche se, dovendo recarsi all’Onu a Santiago del Cile o a New York il prossimo settembre, lei si tormenta per trovare un mezzo per raggiungere le mete. Una bella sfida visto l’impatto climatico dell’aviazione e, a meno che non le spuntino le ali, le converrà adattarsi ai tempi – bruttissimi ma anche estremamente utili ed efficaci – che corrono. Chiamasi globalizzazione. Chiamasi sopravvivenza, adattamento al mondo che cambia. Chiamasi evoluzione e chiamasi prezzo da pagare affinché l’uomo viva meglio. Si, siamo egoisti. Si, prendiamo un treno se abbiamo bisogno di andare a lavoro. Andiamo a scuola se vogliamo avere buoni risultati. Lei no. Lei perde ore di lezione. E nonostante tutto, incredibile, è riuscita ad avere il massimo dei voti.

Come informa l’Ansa, Greta ha avuto quattordici A, ossia il massimo dei voti, su diciannove materie tra cui matematica, inglese, francese, fisica e storia. Nelle altre materie – svedese, ginnastica e scienze del consumo – Greta ha preso B, equivalente al nostro 9. A pubblicarla è stato il quotidiano svedese Dagens Nyheter. Greta ha concluso il nono anno alla Kringlaskolan a Soedertaelje presso Stoccolma. Una pagella che “mette a tacere le polemiche” secondo il TgCom24. Come ha fatto a studiare? Dice di aver recuperato a casa, con sacrificio e impegno, autonomamente. E infatti, se qualunque ragazzino o studente saltasse la scuola per giorni – o decidesse di prendere un anno di pausa causa impegni – riuscirebbe tranquillamente a prendere A. Le assenze sarebbero tutte giustificate e le interrogazioni non avrebbero importanza.

Greta Thunberg, come può avere una pagella perfetta se ha saltato la scuola?

No, non è così che funziona il mondo e credere che i professori non siano stati influenzati dall’alone mitico che ruota intorno all’adolescente – ingigantito dalla sua malattia – è un’utopia che lascia il tempo che trova. Greta è un’eroina per il mondo, e i professori ne saranno fieri. Che sarà importato, alla professoressa di italiano, se Greta abbia fatto o no un buon tema? O a quello di matematica se abbia imparato a fare le equazioni? Roba da plebei. Greta può sviare tutto questo. E per lei la vita è facile. Magari avrà anche meritato ma il dato di fatto, la realtà, è che se un comune mortale avesse saltato la scuola avrebbe preso voti più bassi e ricevuto lettere a casa. Se un alunno restasse a casa perché il padre stesse per morire, ci sarebbe al massimo un po’ di comprensione. Due, tre giorni, poi si torna. A studiare. A nessuno interessa che quel figlio non abbia testa e che la sua lotta per l’ambiente, il suo motivo per saltare la scuola, potesse valere per lui quanto il mondo per Greta. E se un ragazzino fosse costretto a lasciare la scuola per lavorare e aiutare in famiglia, nessuno farebbe sconti o regalerebbe voti.

La pagella di Greta è un mezzo, l’ennesimo, per farci sembrare che, nonostante le critiche, la vita della ragazzina sia una vita comune. E, visto che non lo è, visto che sei famoso sei agevolato, non sarebbe meglio sputare il rospo e smetterla di camuffare la popolarità dietro una normalità apparente? No. Greta è un’eroina che fa finta di non esserlo. E non certo perché chi cambia il mondo lo fa in silenzio. Greta urla, ci attacca, ci condanna, a sedici anni crede di sapere tutto della vita e ha così tante cose da imparare. E se è vero che il suo può essere un esempio, per certi versi, è anche vero che il filtro che ci mettiamo addosso spesso copre solo in superficie. Tra l’altro, una bella pagella non è sinonimo di intelligenza. Thomas Edison, inventore della lampadina, abbandonò la scuola perché svogliato; l’astrofisica Margherita Hack prese un sacco di debiti, anche in matematica; Giuseppe Verdi non venne ammesso al Conservatorio Musicale di Parma – che oggi porta il suo nome. Darwin sfiorava a mala la pena la sufficienza, Tolstoj non prese neanche la laurea e Alda Merini venne bocciata in italiano. Insomma… brutte notizie per Greta: i geni andavano tutti male a scuola.

Chiara Feleppa

Fonte: Ansa, TgCom24

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