“Quella schifezza che si chiama Magistratura italiana che è un cancro da estirpare”. Per questa frase, decontestualizzata e poi chiarita nelle circostanze, la Procura di Torino mosse un’accusa nei confronti di Matteo Salvini accusato di vilipendio della Magistratura. Allora era ancora in carica Armando Spataro.
Il mondo della Magistratura è nella bufera dopo il caso Palamara. Ma intanto, domani 19 giungo, in Sesta Sezione Penale, arriva in aula il Processo che la Procura di Torino ha mosso tre anni fa a carico di Matteo Salvini, accusato di vilipendio dell’organo giudiziario in base all’articolo 290 del codice penale. Sarà il Procuratore aggiunto Emilio Gatti, informa La Stampa, a rappresentare l’accusa dopo aver ereditato l’inchiesta dall’ex pm Armando Spataro, in pensione da dicembre.
Era il 14 febbraio 2016 e durante un comizio elettorale della Lega a Collegno, Salvini, allora europarlamentare, aveva offeso la Magistratura definendola una “schifezza“. Salvini difese anche spudoratamente, in quei giorni, Edoardo Itixi – ora sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e allora vicesegretario nazionale della Lega – indagato per l’inchiesta sulla Rimborsopoli. “Se so che qualcuno nella Lega sbaglia, sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori. Ma ltixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana. Si preoccupi piuttosto della mafia e della camorra, che sono arrivate fino al Nord”, disse Salvini. Salvo poi chiarirsi: “Come ovvio, e per fortuna, ci sono tantiGgiudici che fanno benissimo il loro lavoro: penso a chi è in prima linea contro mafia, camorra e ’ndrangheta. Purtroppo è anche vero che ci sono Giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in 24 ore pericolosi delinquenti. Finché la magistratura italiana – aggiunse Salvini – non farà pulizia e chiarezza al suo interno, l’Italia non sarà mai un Paese normale”.
La retromarcia non servì a molto, tanto meno la richiesta avanzata, nel marzo scorso, dai legali di Salvini per passare l’inchiesta alla Procura Generale. Alcune delle frasi pronunciate dall’imputato, infatti, sarebbero state decontestualizzate rispetto al senso generale del discorso tenuto dal vicepremier a Collegno. Salvini venne comunque iscritto nel registro degli indagati e il Procuratore di Torino Armando Spataro aveva annunciato di aver aperto un’inchiesta. In realtà, fu la Digos di Milano ad occuparsi della prima fase dell’inchiesta e aveva trasmesso gli atti alla procura di Torino per competenza territoriale.
Spataro aveva voluto personalmente seguire le indagini e aveva richiesto l’autorizzazione a procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per vilipendio dell’ordine giudiziario. Autorizzazione necessaria per legge. Dopo quattro solleciti al Ministero di Giustizia, a Salvini venne notificata la chiusura dell’inchiesta nei suoi confronti. Intanto, il leghista è diventato Vicepremier e alla fine l’ok a procedere è arrivato dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ad ottobre. Altrimenti, si sarebbe andata a prescrizione certa. Così, a marzo è stata fissata la data del giudizio immediato che si terrà domani alle 13,30, senza udienza preliminare.
Fonte: La Stampa