Adesso vi racconto la mia amica Anna.
Cara dolce Anna, che un giorno di qualche anno fa facesti un post su Facebook, non ricordo bene cosa scrivesti, ma ricordo che tra le righe ci lessi tanta amarezza, rabbia e anche un po di solitudine, noi danneggiati dalla vita certe cose le capiamo al volo.
Io ero a Londra, Facebook era una novità per me che di social conoscevo solo i Buena Vista.
Avevo preso uno smart per parlare con la mia compagna, e con la curiosità che da sempre ho per ogni cosa, aprii una pagina.
Piombo mi infilò subito nel gruppo pentafavico e nell’altro, quello concorrente al piddifavico.
“Sei di Pontedera, commenta senza rotture di collioni”.
Nel pentafavico ci durai 24 ore, bannato la mattina dopo, nell’altro ce la fecero a sopportarmi, nonostante in 48 ore litigai pure con l’algoritmo.
Inevitabile per una zecca logorroica come me.
Anna fu forse l’unica con cui riuscii a parlare.
Quel giorno, facesti quel post, eri arrabbiata, con il tuo ex marito (che precisiamo subito, a scanzo equivoci, è un ottima persona, che ho avuto modo di conoscere, che vuole bene ad Anna, e non l’ha mai lasciata sola).
Qualche tempo prima l’aveva lasciata, come a volte capita aveva trovato un altra, cose che capitano.
Anna era stata dolce, decisi di inviarle un messaggio:
“Attenzione alle abitudini dei sentimenti
Se credete che la felicità è sempre nel prossimo lavoro, nella prossima casa, nella prossima compagna /o
Non sarà mai dove siete voi”
Hai ragione mi rispondesti, e così è iniziata la nostra amicizia.
“Vedi Anna” ti scrissi quel giorno ” non so che sia successo, ma quando baratti un culo con 20 anni di vita (in quel momento non sapevo nulla di lei, né di suo marito), secondo me non hai fatto un grande affare”
Lei mi spiegò un po di cose, non molte.
La conversazione si concluse così :
“Guarda Anna, vedila così, prima lei era l’amante, tutto era divertimento e sesso, adesso è diventata moglie, la mattina curreggia, rompe il caxxo per il sedile del cesso , e la sera ha mal di testa e non tromba. Dopo un po anche Claudia Schiffer diventa una minestra riscaldata ”
Mi mandasti una pagina di ” ahahah “, subito dopo mi taggasti in un post, che ricordo bene
Di soddisfazioni ne ho sempre poche, quella è stata una.
Una piccola vittoria, per uno abituato a perdere:
” Grazie Alessandro Signorini, mi hai fatto passare la rabbia, sei veramente una bella persona”
E così abbiamo cominciato a parlare, ogni volta che ero arrabbiato, ogni volta che litigavo( in sempiternum) puntuale arrivava il din di messenger :
“Con chi hai litigato stavolta Ale?” “ma lasciali perde, sono un branco di coglioni”
Oppure ci divertivamo a fare ” cappottini ” a questo e quella, o mandarci le cose da dire nel mezzo alle litigate, mie, dove tu interveniva a difenderemi, tu che pesi 50 chili mi difendevi, da non credere.
Siamo andati avanti anni così, senza mai conoscersi di persona, solo su Facebook, poi al telefono.
E poi tornai dal Messico, due anni fa, tu che non te la passavi certo molto meglio di me, mi chiamasti:
“Come stai? Sono qui in via Pisana , faccio un po di segretaria nella sede della lega, rispondo al telefono, mi danno qualcosa, meglio che nulla, mi vieni a trovare?”
“Certo che vengo, arrivo subito”
Non avevo soldi quel giorno, ne sigarette, l’ennesima litigata con mia sorella (l’unica che mi ha dato una mano negli ultimi anni, che sono stati duri), che aveva tagliato i viveri:
“Va be Alessandro ma se è l’unica che ti aiuta non puoi sopportare?” dicesti “non sono quel tipo di persona Anna, non sono in vendita, se lo fossi avrei sposato una delle decine di miliardarie che ho scopato, a me la passera in testa non la mette nessuno, non l’ho permesso a mia madre… Figurati se lo permetto a chicchessia”
Apristi il portafoglio:
“Posso darti 15 euro Ale, non ne ho di più, ne ho 30 facciamo mezzi per uno”
“Anna non li posso prendere, guarda che poi non li ho per rendererteli, non posso avere questa bega, ne ho già troppe, preferisco fare come ho sempre fatto, raccatto le cicche al panorama, mi ficco una bistecca sotto la maglia, faccio colazione in un bar e esco senza pagare, un dito dal culo in un modo o in un altro me lo levo sempre. ”
” Cosa fai? Raccatti le cicche? Ma sei tutto stupido? “dicesti -” Guarda che mica le fumo, sfaccio il tabacco e con la busta gialla del pane ci faccio le cartine, sono mica così male alla fine ”
” Mi fai veni’ voglia di ride’, ma che tipo sei, un sei mia normale sai? ”
” Lo so Anna, non sono neanche di questa terra, sono piovuto qua da Marte, credo “e giù a ridere.
Con quei 15 euro ci presi un kebab, le sigarette, e un Cuba libre(perché anche nella merda ogni tanto ti puoi dare un contegno con la bevuta in mano).
E così siamo andati avanti, due zoppi che si appoggiavano l’un l’altro e tiravano avanti.
Ogni volta che litigavo con mia sorella sapevo che alle brutte potevo farti uno squillo:
“Ciao bella bambina, che mi inviti a cena stasera?”
“Hai letiato con tu sorella un altra volta?”
“no Anna, è lei che litiga con me, lo sai che io sono calmo e pacato”
E daje a ride
“Vieni vieni che mi fai compagnia”
E poi me ne tornavo a casa, con la simmenthal, le scatolette di tonno, e i soldi per il tabacco, e per la strada mi ripetevo che non sarebbe sempre stato così, che alla fine qualcosa sarebbe successo, che quando stai a terra l’unica strada è la risalita, sarebbero venuti giorni migliori, arrivano sempre alla fine.
Cara la mia dolce Anna, che quando ebbi quella grande idea di fare la marcia per chi non lo meritava(popò di coglione Idiota sesquipedale Demente che non sono altro) ti frugasti di nuovo, te con la tua misera pensione di invalidità :
“Tieni Alessandro, metti 50 euro in tasca vuoi mica partire senza soldi e andare a piedi a Roma?”
“Lo sai che lo posso fare, anche senza mangiare e bere, strappo l’erba e bevo dalle pozzanghere se devo, a me non mi ferma niente e nessuno, lo sai”
“Lo so Alessandro lo so, ma te metti questi in tasca”
E anche quella volta risultasti la migliore di tutti, gli amici di infanzia (che mi colga un fulmine, e mi lasci secco in terra se ci riparlo, mi hanno accusato di averlo fatto per i like, io uso mio nipote per i like? Io vi faccio fuori pezzenti! ) me la misero nel culo, non ce la fecero a resistere dal giudicare, dal mandare avanti il pregiudizio invece che l’amicizia che in 40 e rotti anni mi pareva di aver dimostrato più volte, perché i soldi posso pure non averli avuti, ma un… “non posso, scusa” dalla mia bocca non è mai uscito una volta che sia una.
E anche quella volta , fosti tu a dirmi:
“Non mi sembrano buoni amici, poi fai te”.
E io? Be io invece sono solo riuscito a farti funzionare l’antenna, e scassare la minchia al Millozzi e il Cecchi, poca roba cara dolce Anna, poca roba nel mio mondo.
Avrei voluto fare di più, e adesso che avresti bisogno di me, non ho il tempo di starti accanto.
E alllora scrivo, scrivo della mia amica Anna che adesso non sta tanto bene.
Tieni duro Anna
Non mollare, appena torni in casa nuova viene Nivola a cucinare per te.
Ti voglio bene Anna, non hai idea quanto
Cara dolce Anna
Alessandro
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