Eduard Ndoj venne ucciso a dicembre del 2013 dopo aver commesso un furto. A sparare fu Mirco Franzoni al termine, secondo l’accusa, di una vera e propria caccia all’uomo per le vie del paese. L’uomo è stato condannato per omicidio volontario.
Il tema della legittima difesa è argomento all’ordine del giorno, specie dopo che il caso del tabaccaio di Ivrea – che ha sparato ed ucciso uno dei ladri che si erano introdotti nel suo negozio – ha fatto tornare alla ribalta la questione. Nonostante molti sostengano che la difesa sia un diritto di ciascuno – in primis il Vicepremier Matteo Salvini – c’è anche chi la pensa in maniera differente. La famiglia di Eduard Ndoj, il ladro di origine albanese ucciso a Serle, nel Bresciano, a 26 anni, dopo aver commesso un furto in appartamento, ha infatti fatto causa a Mirco Franzoni, l’uomo che lo freddò con un colpo di fucile. I Giudici in primo grado giudicarono l’omicidio intenzionale, raccontò il Corriere della Sera, e stabilirono un risarcimento di 125mila euro, poi confermato in Appello ma mai versato dall’imputato.
La famiglia della vittima ha avviato la procedura di messa in mora nei confronti di Franzoni, condannato a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario, informa SkyTg24. “Non ha mai chiesto scusa e neppure ha mai fatto un gesto verso la famiglia Ndoj. Chiediamo solo il rispetto della sentenza“, sostiene l’avvocato Alessia Brignoli, legale di parte civile nel Processo.
Secondo la difesa Franzoni, all’epoca 29enne, si sarebbe accorto del ladro mentre rientrava a casa. Così l’avrebbe seguito e, una volta raggiunto, al termine di una colluttazione, sarebbe partito accidentalmente un colpo. Una tesi smentita dai testimoni in paese, secondo cui vi sarebbe stata invece una vera e propria caccia all’uomo per i boschi di Serle, durato circa un’ora. Franzoni, accompagno dagli amici, si sarebbe messo alla ricerca del ladro e, dopo averlo trovato, gli avrebbe sparato volontariamente.
Fonte: Corriere della Sera, Sky Tg24