Il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha commentato il voto alle elezioni europee che ha visto trionfare la Lega di Matteo Salvini.
Intervistato ai microfoni di Repubblica, il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha detto la sua sull’esito delle elezioni europee, da cui è risultata vincitrice assoluta la Lega di Matteo Salvini. Per il capo dei Vescovi italiani questo risultato avrebbe una spiegazione logica: “Significa che è profonda la crisi di altre proposte”, frase a cui è seguita una bordata nei confronti del Ministero dell’Interno, apparso in un comizio con un rosario: “Non basta dirsi cattolici per diventare De Gasperi”.
L’alto prelato ha parlato anche dei sondaggi in cui emerge che ormai sempre più fedeli cattolici starebbero rivolgendo la propria preferenza politica al Carroccio. Il Cardinale si sofferma alle volte il cui la Lega ha rivolto critiche, anche molto accese, nei confronti di Papa Francesco per le sue posizioni sui migranti: “Staccare i fedeli dal Papa è una manovra sbagliata e controproducente. Proprio le indagini sociologiche ci insegnano come sia necessario distinguere tra tradizione culturale, religione e fede. Le trasformazioni sociali di questi anni non hanno cancellato un vocabolario comune, che rimane richiamo e ricchezza a cui tendere, anche per tanti che hanno una appartenenza debole alla comunità ecclesiale. Per noi questo costituisce l’orizzonte di un nuovo impegno di testimonianza e di proposta cristiana”.
Prima del voto alle Europee il Cardinale aveva invitato gli elettori a non disertare le urne e a votare, come aveva riferito l’Adnkrons – in maniera difforme dalla spinte sovraniste che potrebbero far naufragare il progetto europeo. Il Presidente della Cei non mancò di criticare Matteo Salvini per l’ostentazione dei simboli religiosi.
Parlando ancora con Repubblica, dopo l’esito del voto ha osservato: “L’unità della Chiesa è qualcosa di profondo e radicato: rifiuto l’idea che la Chiesa possa essere portata sul piano della battaglia partitica, quasi come pastori fossimo preoccupati di schierarci o con uni piuttosto o con gli altri. La storia ci insegna che non è mai stata una buona scelta quella di rincorrere i potenti, magari confidando di ottenerne consensi e privilegi. La Chiesa italiana è una presenza a servizio di tutti”.
Fonte: Repubblica