L’annuncio del Ministro dell’Interno Matteo Salvini secondo cui gli uffici competenti del Dicastero rivedranno i criteri di assegnazione delle scorte è stato visto come un’intimidazione verso lo scrittore Roberto Saviano. Per questo è stata messo all’indice come “intimidatorio” e segnalato sulla piattaforma per la protezione dei giornalisti del Consiglio d’Europa.
Sulla pagina online del Consiglio d’Europa, accanto alla pubblicazione del nuovo report dell’attivista Greta Thunberg, si vede, in prima pagina, anche allarme razzismo e corruzione. Ma rientra anche, tra le allerte della protezione dei giornalisti, il caso Salvini-Saviano. Uno scontro mediatico che si è riacceso pochi giorni fa, dopo che il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, in una diretta Facebook, aveva detto: “Sto lavorando anche a una revisione dei criteri per le scorte che impegnano ogni giorno 2mila uomini”. E aveva concluso, ironicamente, inviando un “bacione a Saviano“. Un riferimento alla polemica di lunga data con lo scrittore che, tra un insulto ed un altro al Ministro, è riuscito a convincere i suoi followers di essere un perseguitato politico. Un’abile operazione di mercato, contrassegnata dall’ossessivo narcisismo vittimista dello scrittore. Ma fa tanto personaggio e fa audience, certo, con una parte della stampa mainstream che lo segue senza neanche preoccuparsi di osservare il dato di realtà. Ed il dato di realtà è che il Ministro dell’Interno non ha alcun potere sui criteri di assegnazione delle scorte e meno che mai sul caso concreto. Punto. Nel caso del povero Saviano, al contrario, risulta che da quando il Ministro Salvini è al Viminale non abbia patito alcun indebolimento della protezione, al contrario. Ma fa comodo la falsa notizia della persecuzione, Nessun sedicente esperto di fact checking perderà tempo a spiegarvi che è una menzogna.
Il Consiglio d’Europa finge di non sapere che il Capo del Viminale non ha autorità nella decisione delle scorte e, ad ogni modo, la revisione richiesta alla Commissione competente sarebbe stata in senso generale e non specificamente rivolta allo scrittore di Gomorra. Ma cosa importa il dato di fatto. L’importante è descriverci come un paese sudamericano con Saviano che pensa a sè stesso come al Che braccato in Bolivia e, intanto, non manca di mandare messaggi di disprezzo a quelle Forze dell’Ordine che lo proteggono. Un teatro dell’assurdo.
Ma la realtà è meno affascinante della finzione, talvolta. Ed ecco allora che, secondo l’organizzazione internazionale che si occupa di democrazia, Diritti Umani, di identità culturale europea, il “bacione” di Salvini sarebbe “intimidazione attribuibile allo Stato”. Per questo il caso è stato inserito tra quelli di massima pericolosità per l’incolumità dei cronisti. “Saviano è sotto costante scorta della polizia dal 2006, dopo aver pubblicato il libro ‘Gommora’, denunciando le pratiche della Camorra, la Mafia napoletana”, si legge sulla pagina online.
“Nel video – scrive il Consiglio d’Europa – Matteo Salvini manda un bacio alla telecamera, dicendo ‘Un bacio a Saviano, sto lavorando a una revisione dei criteri per le scorte’”. Peccato che il Consiglio abbia dimenticato o non abbia voluto contestualizzare il gesto nella polemica in atto, contrassegnata dagli insulti dello scrittore verso il Ministro. Un atteggiamento indegno. E se il ministro fosse stato Minniti, Calenda o Cottarelli sempre indegno era.
Secondo il Consiglio d’Europa questa non sarebbe la prima volta che Salvini minaccia Saviano. Nel 2017 il Vicepremier avrebbe fatto lo stesso, affermando di voler “valutare se ci fosse qualche rischio che giustificasse le misure di sicurezza per Saviano, per capire dove andava a finire il denaro degli italiani”. Un’altra interpretazione forzata, e dove il termine “minaccia” è usato inappropriatamente se non in malafede. Ma questo serve a Saviano e al suo romanzo sul perseguitato immaginario, l’amato sé medesimo, mai pago, mentre i servi di scena si dispongono a corte. Una pena.
Fonte: Facebook Matteo Salvini, Consiglio d’Europa
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