Matteo Salvini, in diretta Facebook, ha annuncia la revisione dei criteri per l’assegnazione della scorta di stato. Revisione che potrebbe colpire anche Roberto Saviano.
Roberto Salviano è sotto scorta dal 13 ottobre 2016, ricorda la Stampa. E, negli ultimi anni si è spesso tornati sulla necessità di una protezione personale per lo scrittore. Per alcuni il pericolo che correrebbe sarebbe ridotto o inesistete, e comunque non di primo livello, assegnazione di cui senbra usufruire tutt’ora. A suscitate le prime polemiche sulla scorta dello scrittore fu il senatore di Ala Vincenzo D’Anna, tre anni fa, nel corso di un’intervista a Radio Due, affermando: “Interrogherò Alfano” – l’allora Ministro – “per sapere quali gravi minacce sussistono per tenere impegnati 8 Carabinieri e 2 macchine blindate, che costano 2-3 milioni di euro l’anno“. I dati forniti dal senatore non furono confermati nè smentiti ma le immagini relative alla scorta dello scrittore, diffuse sui social, sembrano da ragione alle parole del senatore, se non per i costi almento sul livello di protezione.
Nelle ultime ore la questione è tornata in auge, grazie ad un post dell’odierno Ministro dell’Interno.
“Un bacione a Saviano. Stiamo lavorando per aggiornare i criteri per l’assegnazione delle scorte. Aggiorneremo le liste, valutando obiettivamente e non personalmente, chi può avere diritto alla scorta. Troppo importante il tema della sicurezza di politici, giornalisti, imprenditori e magistrati. Ci saranno criteri oggettivi per verificare chi avrà bisogno di più protezione e chi invece non correndo più rischio, a detta degli uffici competenti, potrà fare a meno della scorta”. Così, in una diretta Facebook Matteo Salvini ha riaperto lo scontro con Roberto Saviano, tra le voci più marcate dell’opposizione a mezzo stampa.
In realtà, si esclude che la revisione delle scorte riguarderà Saviano, proprio per il pericolo che, nel caso in cui possa accadergli qualcosa, le colpe vengano dirottate proprio sul Capo del Viminale. L’aver citato Saviano ad apertura della diretta, sembra più una mossa d’astuzia e ironica, che un intento reale di sottrazione. Tra l’altro, ad andare indietro di qualche mese, era novembre quando il Vicepremier disse di voler anzi raddoppiare la scorta allo scrittore di Gomorra. Non è comunque Salvini a decidere, ma una commissione teoricamente indipendente. Una commissione alla quale il Ministro avrebbe chiesto un aggiornamento agli uffici del Viminale sulla situazione scorte e un’analisi delle situazioni particolari, per tagliare, eventualmente, quelle inutili. Quelle, cioè, necessarie anni fa e che magari ora, con il passare del tempo, potrebbero essere riviste.
Esistono diversi livelli di protezione, informa Repubblica, in base all’intensità del rischio e delle minacce. Il primo prevede l’assegnazione di tre auto blindate con tre agenti per ogni auto, che vanno riducendosi man mano con la diminuzione del livello di protezione. Questo è quello che spetta a Saviano. Una scorta degna di magistrato, che va avanti da più di 11 anni. Secondo Repubblica nel 2012 le misure di protezione e vigilanza costano allo Stato 250 milioni di euro all’anno. Una somma giustificata dal costo di 2.108 agenti, 484 auto blindate e 190 non blindate, per proteggere 584 personalità ritenute a rischio: magistrati, politici e giornalisti. La categoria più protetta era quella dei magistrati, con 274 sotto scorta; i politici sarebbero circa 60. Un numero che tuttavia, osservava Repubblica dovrebbe essere drasticamente rivisto al ribasso: i protetti negli ultimi “sarebbero più che dimezzati, scendendo all’incirca a 200 soggetti“. Sulla riduzione delle scorte non è dello stesso avviso l’AGI che parla di circa 600 persone protette – per la precisione 574, dati aggiornati al 2016 – con l’impiego di circa 2 mila agenti delle Forze dell’ordine – per la precisione 2.077 nel 2016. Il costo per lo Stato dunque non dovrebbe essersi ridotto.
Tra le persone protette c’è Roberto Saviano che peraltro, recentemente, ha polemizzato duramente con la Polizia per un’evidente – a suo dire – faziosità nel servire il politico di turno, in questo caso il Ministro dell’interno.
Fonti: AGI, La Stampa, Facebook Matteo Salvini, Repubblica,
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