Il Segretario di Stato Vaticano: “Ora dobbiamo parlare con Salvini”

Il Cardinale Piero Parolin ha invitato al dialogo con il Vicepremier Matteo Salvini ma non ha cambiato idea riguardo l’utilizzo dei simboli religiosi da parte del leader della Lega.

Parolin vuole parlare con Salvini - Leggilo

 

La Chiesa vuole parlare con Matteo Salvini nonostante le polemiche e le critiche susseguitesi negli ultimi mesi nei confronti del Vicepremier. Critiche espresse con particolare forza dopo che il Ministro dell’interno ha mostrato il rosario durante un comizio e dopo aver saputo i risultati delle Europee. Un primo segnale di apertura nei confronti del leader della Lega era stato dato dal Cardinale Gerhard Ludwig Müller, il quale ha definito una vera e propria bestialità, anche teologica, “affermare che Salvini non è cristiano”, come fatto da molti esponenti chiericali.

In queste ore un altro passo significativo. Come riportato dall’Ansa, anche il Cardinale Piero Parolin ha mostrato qualche segno di apertura nei confronti del Ministro dell’Interno. A dimostrarlo, è stata la risposta data dal prelato a un giornalista de La Stampa termine della cerimonia di conferimento del Premio Internazionale Economia e società, promosso dalla Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice, che non è di certo passata inosservata. “Il Papa continua a dirlo: dialogo, dialogo, dialogo. E perché non Salvini? Anche con Salvini si deve dialogare. Il dialogo si fa soprattutto con quelli che non la pensano come noi e con i quali abbiamo qualche difficoltà e qualche problema”, ha detto Parolin.

Ciònonostante il Segretario di Stato del Vaticano ha sottolineato e ribadito le critiche riguardo i simboli religiosi mostrato nel corso di comizi politici: “Credo che ad usare simboli religiosi per manifestazioni di parte, come sono i partiti, c’è il rischio di abusare di questi simboli, quindi, credo che da parte nostra non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa realtà”. Un punto su cui anche Müller si era mostrato critico, dicendosi scettico sull’ uso elettorale di simboli religiosi e sottolineando di preferire chi parla di tradizione cristiana a quanti la rimuovono.

Il vicepremier ha replicato una diretta Facebook da Roma con queste parole: “Il Cardinale Parolin ha detto che è giusto dialogare con tutti, anche con Salvini. Lo ringrazio, ma non penso di avere né la peste né la lebbra. Nessuno è padrone della testa, del cuore, men che meno del voto del prossimo – ha aggiunto il vice premier -. Penso al cardinale di Mazara del Vallo Domenico Mogaveroche in campagna elettorale disse: ‘chi vota la Lega non è cristiano o all’ex direttore di un giornale cattolico – il riferimento è al gesuita padre Bartolomeo Sorge, ex direttore della Civiltà Cattolica – che oggi ha scritto che: ‘l’Italia non è più cristiana, è leghista”, come se fosse in antitesi credere in Dio e credere nel rispetto delle regole“. Putualizzazioni che fanno comprendere la difficoltà del dialogo. Ma certo, dall’altra parte del Tevere, comincia ad essere chiara la necessità di preservare l’unità dei Cattolici e di recuperare i fili di un’identità e di un’appartenenza che un conflitto permanente con il vicepremier potrebbe confondere e allentare ulteriormente.

Fonte: Ansa, La Stampa Vatican Insider

Gestione cookie