Giuseppe Di Lello, ex magistrato, componente del pool antimafia ed ex parlamentare di Rifondazione comunista, ha commentato l’assenza del Sindaco Leoluca Orlando alle commemorazioni del 23 maggio tenutesi a Palermo, in ricordo della strage di Capaci.
Ha dato forfait, Leoluca Orlando, alle celebrazioni per il 27esimo anniversario della strage di Capaci. Quella strage in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Una strage che segna la memoria degli italiani, la nostra storia, la lotta alla criminalità organizzata e che traccia, ancor più nello specifico, un solco proprio a Palermo, la città di Orlando. Ma il Primo Cittadino che non ha negato una visita alla comunità islamica in occasione del Ramadan non si è presentato, il 23 maggio, alla cerimonia che si è svolta nell’Aula bunker dell’Ucciardone, la stessa dove si svolse il maxi processo antimafia.
Il motivo? La presenza del suo acerrimo nemico Matteo Salvini e l’ordine dei vari interventi proposti. Il Primo Cittadino sembra non abbia ben visto la possibiltà che il Ministro potesse fare propaganda in un’occasione così importante come la commemorazione del giudice. Una motivazione tanto importante da scavalcare il senso e il significato dell’evento e che ha lasciato perplessa anche Maria, sorella di Falcone che parlando con l’Ansa si è espressa in questi termini: “La risposta migliore la danno le migliaia di ragazzi che sono arrivati a Palermo da tutta Italia. Hanno riempito una città. Alle polemiche risponde l’entusiasmo dei giovani, segno che stiamo seminando bene. Fare polemica su chi dovesse salire sul palco e sulle scalette mi pare piuttosto riduttivo. Ribadisco poi un’altra cosa: le presenze istituzionali nazionali, parlo dei ministri, sono una costante di tutti i 23 maggio. La lotta alla Mafia senza le istituzioni non si può fare”.
Un’assenza polemica, quella del Sindaco che pur non manca, sui Twitter, di celebrare figure importanti nella lotta alla Mafia, come Peppino Impastato. Per Giovanni Falcone, tuttavia, neanche una parola.
Giuseppe Di Lello, ex magistrato, componente del pool antimafia ed ex parlamentare di Rifondazione comunista, intervistato dall’ Adnkronos, ha commentato l’assenza del Primo Cittadino alle commemorazioni per la strage di Capaci, senza usare giri di parole: “Fu Leoluca Orlando insieme al gruppo della Rete a fare l’esposto contro Falcone”, ha detto ricordando i vecchi dissapori e i tradimenti che segnarono il rapporto tra i due. “Ma l’Italia è un Paese che non ricorda. Il 23 non è andato all’aula bunker perché c’era Salvini? Io dico che non sarei andato perché c’era lui. La verità? E’ che la Sicilia è un’isola pirandelliana. Un’emozione come ogni anno, ma anche un ricordo triste. Ho pensato a Chinnici, a Falcone, a Borsellino, un intero ufficio Istruzione demolito con il tritolo” ha commentato ancora l’ex magistrato.
Secondo Di Lello, infatti, quella del 23 maggio non è stata una passerella, così come sostenuto da Orlando. Anzi, per l’ex componente del pool antimafia “il Ministro dell’Interno aveva l’obbligo di essere presente perché nella strage di Capaci la Mafia ammazzò anche tre poliziotti. Sarebbe stata assurda l’assenza di Salvini o del premier Conte”.
Fonte: Adnkronos, Ansa, Leoluca Orlando Twitter