Cécile Kyenge non ce l’ha fatta. Nessun seggio, per lei, nel Parlamento. Questo è quanto deciso dal voto degli italiani che domenica si sono recati alle urne per decidere la nuova composizione dei tavoli di Bruxelles.
I dati del Ministero degli Interni sono definitivi. Cecile Kyenge dovrà dire addio, e presto, al suo seggio nel Parlamento Europeo. L’europarlamentare uscente del Partito Democratico non è riuscita a farsi rieleggere alle elezioni europee che domenica 26 maggio hanno messo fine a mesi di propraganda elettorale. Mesi in cui la Kyenge ha puntato su idee all’avanguardia di multiculturalità e integrazione che, a quanto pare, non centrano i voleri e i desideri degli italiani. Ma la perdita della seduta a Bruxelles non è neanche la peggiore notizia che potesse capitare all’europarlamentare. Infatti, come non bastasse la mancata rielezione, trapelano anche i numeri che hanno portato alla fine del suo mandato europeo. Come sottolinea anche l’AdnKronos, il quadro politico è molto chiaro e i dati che hanno portato alla sconfitta sono evidenti.
La Kyenge ha raccolto in questa tornata elettorale 41.700 voti. Candidata nella circoscrizione Nord Est, l’ex Ministro dell’Integrazione ne ha ottenuti 1.151 a Modena, comune composto da 190 seggi, dove in tutto sono state espresse 23.891 preferenze. Un bottino decisamente deludente per la democratica, se si considera che il capolista PD, Carlo Calenda, in quella stessa sede ne ha portati a casa 5.294. Insomma, nomi certamente meno conosciuti come Elisabetta Gualmini e Maria Cecilia Guerra, hanno preso più voti della Kyenge.
Il verdetto degli italiani si è orientato in senso decisamente sovranista, ed è il centrodestra ad essere uscito vincente da questa tornata elettorale – salvo un piccolo, e solo apparente, rilancio del PD. Nella sua campagna elettorale l’europarlamentare uscente aveva proposto di affidare all’Unione Europea, e non più all’Italia, la gestione delle politiche di accoglienza dei migranti. E anche sui sovranisti non era stata maggiormente tenera: “Le forze sovraniste (italiane e non) hanno mostrato il loro vero volto: disumano, feroce, autoritario”. Senza dimenticare la sua proposta in Europa del reato di “Afrofobia” che si identificherebbe in “una specifica forma di razzismo. Un razzismo che include qualsiasi atto di violenza o discriminazione, alimentato da abusi storici e stereotipi negativi, che porta all’esclusione e alla disumanizzazione delle persone di origine africana”.
Fonte: Ministero dell’Interno, AdnKronos