A Gioia del Colle, durante un comizio tenuto da Matteo Salvini, due striscioni esposti contro il Vicepremier finirono al centro dell’attenzione. Secondo il pm di Bari, però, si tratterebbe solo di esternazioni del proprio pensiero politico.
“Meglio lesbica e comunista che salviniana e fascista”. No, non era il cartello di Giulia Viola Pacilli, anche se simile, ma uno degli striscioni esposti a Gioia del Colle in occasione di un comizio di Matteo Salvini. Nell’altro, invece, si leggeva: “La Lega è una vergogna, Pino Danielè”. I due striscioni, apposti uno su un cavalcavia sulla Statale 100 e l’altro sul ponte della ferrovia, furono rimossi e messi sotto sequestro dai carabinieri. Ma il pm Iolanda Daniela Chimienti non ha convalidato il sequestro, in quanto gli striscioni non hanno “una portata e idoneità offensiva, trattandosi di esternazioni del proprio convincimento politico, che notoriamente in tale ambito possono assumere toni aspri ed essere colorate dall’utilizzo di espressioni diffuse nel gergo corrente, prive di portata denigratoria del prestigio della funzione pubblica e dell’istituzione rappresentata”.
Pertanto, l’indagine per vilipendio a carico di ignoti è stata archiviata, come riportato dall’Ansa, e gli striscioni sono stati restituiti. “L’uso dell’epiteto ‘fascista’ per caratterizzare l’ideologia politica del segretario di un partito leader di un movimento politico, in occasione o comunque in vista di un comizio elettorale da egli in tale veste tenuto, costituisce una normale critica politica anche se espressa in toni aspri”, si legge nelle carte del pm di Bari. Anche a Brembate, in provincia di Bergamo, qualche tempo fa, era stato appeso alla finestra di una casa uno striscione contro l’arrivo del Vicepremier, in occasione di un comizio: “Qui non sei il benvenuto”. I Vigili del fuoco, su decisione ed ordine della Questura, decisero di rimuoverlo e il gesto creò non poche polemiche specialmente da parte delle opposizioni e del Primo Cittadino Giorgio Gori, del PD.
Fonte: Ansa. Alanews
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