Papa Francesco ha parlato della questione migranti lunedì, in un incontro a porte chiuse con i vescovi, alla Conferenza episcopale italiana. L’invito di Bergoglio all’Europa è di farsi carico della situazione, e di non lasciare l’Italia da sola a gestire i migranti.
Si è chiusa ieri in Vaticano la Cei, Conferenza episcopale italiana, che avrebbe avuto come tema, così come preannunciato, gli abusi e il problema delle pedofilia nella Chiesa. Si sarebbe parlato anche di migranti, però. E infatti, lunedì pomeriggio, come riportato da La Stampa, in un incontro a porte chiuse con i vescovi giunti da tutta Italia, Papa Francesco ha toccato l’argomento migranti, rispondendo alle domande di chi gli ha chiesto come avrebbe affrontato uno dei punti focali del dibattito politico italiano.
“Risolvete voi il problema. Un problema italiano, sì, ma deve essere un problema europeo, di tutta Europa, non di un singolo paese come l’Italia. Ha già fatto tanto”, ha detto il Pontefice. In Svezia, ad esempio, si ha il dovere di salvare vite umane in mare ma se non c’è possibilità di integrazione non si accoglie neanche. Un’idea e una posizione del tutto diverso da quella a cui il Papa ci ha abituato, specie quando ha parlato mote con toni che sembravano sostenere l’accoglienza incondizionata, senza se e senza ma. Sarà stata, forse, l’influenza di una parte della Gerarchia ecclesiastica che esprime perplessità dinanzi ad un’accoglienza incondizionataa, o la presa di coscienza, pian piano, della situazione attuale. L’adeguamento al contesto europeo sembra pian piano prendere vita nell’idea del Pontefice, che sembra ora voler meglio chiarire quello che sembrava in invito a lasciare entrare tutti, incondizionatamente.
E proprio la Svezia sembra essere l’esempio perfetto di accoglienza, per Bergoglio: “Ha ricevuto gli immigrati con una generosità impressionante. Imparavano subito l’idioma a carico dello Stato, trovavano lavoro, casa. Ora ha difficoltà ad integrare, ma lo dice e chiede aiuto”. Quanto all’Italia: “Non si può chiudere il cuore a un rifugiato, ma c’è anche la prudenza dei governanti, che devono essere molto aperti a riceverli ma anche a fare il calcolo di come poterli sistemare; non è umano chiudere le porte, non è umano chiudere il cuore e alla lunga questo si paga, si paga politicamente, come si paga politicamente anche una imprudenza nei calcoli e ricevere più di quelli che si possono integrare”.
Quindi, conclude il Pontefice, se l’Italia non può accogliere, né integrare né dare i giusti servizi a chi arriva perché ormai è saturo, deve chiedere anche agli altri Paesi europei.
Fonte: La Stampa